Ha fatto molto discutere la vicenda dei bimbi maltrattati in un asilo nido convenzionato con il Comune. Ed ora è arrivata la sentenza nei confronti della direttrice
Sono trascorsi più di dieci anni da una vicenda terribile e che ha sconvolto l’intera L’Aquila. Parliamo dei maltrattamenti che avvenivano in un asilo nido convenzionato con il Comune. Gli episodi risalgono tra marzo e settembre 2014. Fatti che hanno costretto la Procura ad aprire una indagine per ricostruire meglio l’accaduto e, soprattutto, capire se quanto stava succedendo poteva essere evitato.
Nel mirino degli inquirenti è finita la direttrice della struttura. Nei suoi confronti le accuse contestate sono di condotta omissiva. Ovvero sapeva e non è intervenuta per mettere fine a queste violenze. La prima condanna è arrivata nel 2022. A distanza di due anni la sentenza è stata confermata di secondo grado ed ora ci sono anche le motivazioni. Non è da escludere che in futuro si possa arrivare in Cassazione, ma difficile che si possa cambiare pena.
Bambini maltrattati all’asilo: le condanne
Sono quattro le condanne emesse in questi anni per la vicenda dei maltrattamenti. Le tre insegnanti in servizio nella stessa struttura dovranno scontare anche loro una pena simile ormai diventata irrevocabile. Ma in Corte d’Appello è stato analizzato il ruolo della donna e direttrice della struttura.
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Secondo quanto riferito dall’Ansa, la responsabile era a conoscenza di quanto succedeva all’asilo, ma, nonostante questo, tranquillizza i genitori che si erano accorti di strani comportamenti dei bambini quando dovevano entrare all’asilo. Un comportamento falso che ha portato ad una condanna di un anno e 4 mesi di reclusione confermata anche in secondo grado.
“Appare evidente – si legge nelle motivazioni – che era assolutamente consapevole di quanto succedeva all’interno dell’asilo e, pur potendo, aveva omesso qualsiasi intervento per impedire il verificarsi delle condotte poste in essere dalle educatrici ai danni dei bambini“. Insomma, sapeva, ma non è mai intervenuta per porre fine a queste vicende. Un comportamento assolutamente sbagliato e che ha portato i giudici a condannare la donna. Vedremo se i legali dell’ex direttrice deciderà di ricorrere in Cassazione oppure accetterà la decisione di secondo grado senza andare in terzo.
