Il provvedimento restrittivo della libertà personale si è reso necessario a seguito delle indagini avviate dagli operatori del commissariato che avevano raccolto la denuncia della vittima, nel caso di specie una donna di etnia rom, coniuge legalmente separata dell’arrestato. Alcune sere fa, l’equipaggio della volante interveniva nella zona sud della città per la segnalazione della presenza in strada di diverse persone di etnia rom che discutevano animatamente.
Qualche giorno dopo, in sede di denuncia, la persona offesa dal reato raccontava che l’ex marito l’aveva raggiunta, di sera, in compagnia di altre persone appartenenti alla stessa etnia, presso la sua abitazione bussando insistentemente alla porta e in quella circostanza, per futili motivi, tutti i presenti avevano iniziato ad aggredirla verbalmente, ad ingiuriarla e minacciare di morte, mentre uno di questi le sferrava uno schiaffo in volto. Le suddette condotte venivano prontamente riferite alla locale Autorità Giudiziaria inquirente e al Tribunale di Sorveglianza di L’Aquila.
Il comportamento contrario alla legge tenuto dall’affidato in prova al Servizio Sociale che denota il mancato rispetto delle prescrizioni imposte dalla misura alternativa alla detenzione veniva, da subito, ritenuto grave dal Magistrato di Sorveglianza tanto da disporre l’immediata sospensione provvisoria del beneficio di cui l’uomo fruiva con la conseguente contestuale carcerazione. L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato nel carcere di Avezzano.