L’Aquila. E’ stata fissata per i primi di ottobre, il processo di Appello ai sette scienziati componenti della commissione Grandi rischi, organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio, condannati in primo grado (ad ottobre del 2012) a 6 anni di carcere per omicidio colposo e lesioni con l’accusa di aver dato false rassicurazioni agli aquilani alla vigilia del terremoto del 6 aprile 2009, causando la morte di una trentina di loro.
Costoro in carica nel 2009, sono accusati di aver rassicurato gli aquilani circa l’improbabilità di una forte scossa sismica che invece si verifico’ alle 3.32 del 6 aprile 2009. L’accusa aveva chiesto quattro anni per i sette imputati.
Gli imputati che sono stati condannati per la morte di 29 persone ed il ferimento di altre quattro, sono: Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile. Tutti in primo grado sono stati condannati in solido tra loro e con il responsabile civile (Presidenza del Consiglio dei ministri, in persona del Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore), al risarcimento del danno, da liquidarsi in separato giudizio nei confronti di 56 parti civili.
La nuova udienza fissata ad ottobre dinanzi la Corte d’Appello dell’Aquila, rappresenta un appuntamento importante non solo per gli imputati ma soprattutto per la scienza tutta, spaccata tra colpevolisti ed innocentisti dopo il verdetto del giudice Marco Billi.