L’impatto è stato violento a causa della velocità del mezzo in quel rettilineo e alla limitata larghezza della carreggiata ed ha provocato il grave ferimento dell’animale. In quello stesso tratto, tra l’altro, l’ente Parco nell’inverno scorso aveva provveduto ad apporre delle tabelle che segnalano il pericolo di attraversamento degli orsi.
L’animale è stato subito trasportato, su disposizione del direttore del Parco all’Istituto della Facoltà di veterinaria dell’Università di Teramo dove, nel corso della notte, sono state eseguite le radiografie dalle quali sono emerse la frattura del femore sinistro e della tibia destra. Per il recupero del plantigrado alla vita selvatica, questa mattina l’orsa sarà operata, per ridurre le fratture ed essere quindi ospitata in una delle aree del Parco per ricevere tutta l’assistenza e le cure necessarie al suo completo recupero. Una volta riacquistata la piena efficienza, l’orsa potrà probabilmente tornare a vivere libera in natura.
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti gli agenti del Coordinamento territoriale per l’ambiente del Corpo forestale e le guardie del parco assieme all’equipe veterinaria e scientifica dell’Ente, che ha provveduto a tutti i primi interventi necessari, nel corso dei quali erano state rilevate, ad un primo esame, le fratture delle zampe posteriori.
E’ morta l’orsa investita la scorsa notte. Purtroppo l’ottimismo del primo momento, circa l’auspicato recupero del plantigrado alla vita selvatica, è andato deluso. Infatti, nel corso dell’intervento eseguito in mattinata nel Dipartimento di Scienze Cliniche e Veterinarie dell’Università di Teramo, alla presenza dei veterinari e degli esperti del Parco, sono insorte complicazioni che hanno determinato la morte dell’orso investito da un giovane automobilista residente a Villalago.
In particolare dopo le radiografie complete dell’animale, mentre si stava procedendo all’intervento per la riduzione delle fratture degli arti posteriori, è subentrato un arresto cardiocircolatorio che ha determinato la morte del plantigrado.
Purtroppo” commenta in una nota il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise “nonostante la disponibilità e il grande impegno del professor Patrizio Luso, della sua Facoltà e del personale dell’ente, non si è riusciti a salvare la vita dell’orsa. Si tratta di una bruttissima notizia che lascia in tutti una profonda tristezza e che pone, per l’ennesima volta, all’attenzione delle istituzioni, come grande emergenza, la conservazione dell’orso bruno marsicano”.