Si tratta di due donne e un uomo. Quest’ultimo è un ex collega di lavoro della conduttrice. Le altre due invece, parenti del primo, sono dipendenti di un istituto di vigilanza privato dell’Aquila. Restano ignoti, al momento, i particolari che hanno portato gli investigatori a stringere il cerchio attorno al terzetto.
Secondo le prime indiscrezioni, l’episodio non avrebbe nulla a che vedere con la criminalità organizzata nè con l’attività lavorativa svolta dalla conduttrice verso la quale si erano strette associazioni di categoria e l’Ordine dei Giornalisti, ipotizzando un attacco alla “libera informazione”. Era stato sollecitato anche l’Osservatorio “Ossigeno”, per i cronisti minacciati.
Il “caso” giudiziario è approdato nei giorni scorsi in sede di indagini preliminari con la richiesta di un incidente probatorio. Si vuole accertare se due pistole sequestrate dagli agenti della Squadra mobile, siano le stesse che hanno esploso i due colpi in direzione dell’abitazione della Braccani. Gli avvocati difensori degli indagati sono convinti della totale estraneità dei loro assistiti.