L’area di Villa Orsini, si legge nella nota, anche se di proprietà privata, svolge importanti funzioni pubbliche sotto il profilo ambientale e naturalistico. Per questo costituisce un bene comune la cui tutela non può che riguardare tutti. Proprio per il suo valore la villa, risalente alla fine del ‘700, e il parco, di 60.000 metri quadrati, sono sottoposti a ben tre vincoli: monumentale, paesaggistico ed ambientale, oltre a quello idrogeologico per la presenza del fiume Gizio. Il parco annovera un notevole patrimonio arboreo, tra cui diversi imponenti alberi secolari. Solo chi non ha alcuna sensibilità e rispetto per il nostro patrimonio ambientale e culturale poteva concepire un’opera del genere che, se da un lato eroderà territorio di pregio, dall’altro non arrecherà alcun vantaggio alla collettività. L’unico risultato tangibile sarà stato quello di aver sperperato denaro pubblico, per la ragguardevole cifra di un milione di euro, per peggiorare la qualità della vita dei cittadini. Come è ampiamente dimostrato a livello mondiale, la realizzazione di nuove strade non porta altro che ulteriore traffico veicolare privato, in un circolo vizioso che bisogna spezzare investendo quelle risorse su piste ciclabili e mobilità collettiva. La nuova arteria, infatti, se portata a compimento, creerà più problemi di quanti promette di risolverne, con il prevedibile congestionamento del traffico in via Freda e nell’intersezione di questa con viale Mazzini.
“È inaccettabile che un’opera dall’impatto così elevato sia stata calata a sorpresa sulla testa dei cittadini” commenta il presidente del WWF Abruzzo, Luciano Di Tizio. “Il progetto della nuova strada, infatti, non solo non è mai stato sottoposto al confronto con la cittadinanza ma addirittura non è mai stato portato alla discussione in Consiglio Comunale. In presenza di legittimi dubbi sulla correttezza dell’iter seguito, sia per quanto riguarda le procedure urbanistiche che il rilascio di tutte le autorizzazioni e nulla osta da parte delle competenti autorità, il WWF Abruzzo ritiene indispensabile che i lavori vengano immediatamente fermati al fine di chiarire tutti i lati non chiari della vicenda. L’associazione auspica, inoltre, che le indagini avviate dalla Magistratura, alla quale è stato presentato un esposto con oltre 700 firme, si concludano rapidamente al fine di accertare se siano state rispettate le leggi vigenti ed adottare, qualora ciò non fosse avvenuto, i provvedimenti che il caso richiede. Nel frattempo il Comune potrebbe rivedere le proprie scelte scommettendo sull’ambiente, come le piste ciclabili, e non sul cemento”.