L’Aquila. Il direttore Generale della Asl de L’Aquila, Giancarlo Silveri, ha disposto un’indagine interna per far luce sulla vicenda relativa al rinvenimento di presunti pezzi anatomici, sacche di sangue, medicinali scaduti, che hanno portato gli investigatori a sequestrare un’area dell’ospedale San Salvatore.
Secondo quanto reso noto dalla direzione sanitaria, i “resti umani”, sequestrati dalla polizia aquilana, non sono altro che comuni prelievi istologici regolarmente conservati sotto formalina e in contenitori ermetici. “Pertanto” si legge ancora nella nota “assolutamente non a rischio infettivo e conservati, per disposizione dell’unità operativa, a garanzia del paziente, per almeno sei mesi dal giorno della riduzione o dell’esecuzione dell’esame istologico. Gli scatoloni sequestrati sono 92 e, anche se recano la scritta rifiuti speciali, in realtà sono stati utilizzati, in modo improprio, per stoccare il materiale in formalina”.
Sempre secondo la direzione sanitaria “non è stata rinvenuta nessuna sacca di sangue, ma solo un provettone, normalmente utilizzato per preparare i coloranti, contenente, secondo gli inquirenti, probabile liquido ematico. Dal 6 Aprile 2009 l’anatomia patologica e la sala settoria del San Salvatore non sono più funzionanti e i riscontri diagnostici e le autopsie vengono effettuate in altre strutture ospedaliere. Quanto ai farmaci scaduti, crediamo che, a causa dei lavori di ristrutturazione dell’ex farmacia, qualche operaio abbia spostato alcuni scatoloni senza segnalarne il contenuto agli organi preposti”.