Dalle indagini è emerso, infatti, che i due hanno procurato l’ingresso sul territorio nazionale di extracomunitari dietro pagamento di 9mila per ciascun immigrato, sfruttando le istanze di nulla osta relative ai flussi migratori 2008 presentate a nome di un’azienda agricola della Marsica.
Le false attestazioni, riguardanti la disponibilità ad assumere, hanno consentito di ottenere i visti di ingresso, grazie ai quali gli stranieri hanno potuto oltrepassare la frontiera in modo formalmente lecito. In realtà, la sussistenza dei presupposti richiesti dalla legge per la valida emissione del visto d’ingresso è stata, in molti casi, attestata falsamente.