In pratica, il dipendente della struttura sanitaria, approfittando delle precarie condizioni fisiche dell’uomo, quasi centenario e affetto da una grave forma tumorale e di altre circostanze “socio-ambientali”, si faceva nominare procuratore generale ed erede universale e, in tale contesto entrava in possesso di beni, per i quali, all’esito delle risultanze investigative dei carabinieri e a seguito di specifica richiesta da parte del pm, Maurizio Maria Cerrato, è stato disposto ed eseguito il sequestro preventivo di tre porzioni di un medesimo fabbricato sito nel centro storico di L’Aquila compresi i mobili e quant’altro ivi presente; sei tra conti correnti e libretti di deposito, con un saldo attivo di circa 500.000 euro; tre polizze assicurative; un’autovettura Porsche.