Secondo una prima ricostruzione, il velivolo avrebbe urtato i cavi dell’elettrodotto che da Sulmona sale verso l’Altopiano delle Cinque Miglia, precipitando nel Vallone di Grascito, a 630 metri di quota. Due le vittime, impegnate in un volo di ricognizione sul tracciato del metanodotto. I due corpi sono stati trovati carbonizzati all’interno di quello che ormai era un rottame. Le operazioni di ricerca, alle quali hanno partecipato anche le squadre cinofile dei vigili del fuoco, erano iniziate nel pomeriggio di ieri e al momento sono sconosciute le cause dell’incidente.
La Procura della Repubblica di Sulmona e l’Agenzia nazionale sicurezza volo hanno aperto un fascicolo sull’incidente aereo in cui hanno perso la vita due giovani. Si tratta del pilota Danilo Ricuperati, 32enne di Cazzaniga, in provincia di Bergamo, e Matteo Franchini, 27enne di Modena.
Secondo una prima ricostruzione fornita dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, l’elicottero avrebbe urtato un cavo di alta tensione tra Canzano e Sulmona ed è stato proprio grazie al cavo interrotto che i due specialisti della stazione di Sulmona, Massimo Angelilli e Gino Bosio, hanno trovato il punto esatto tranciato.
Il velivolo sarebbe prima precipitato a terra e poi ribaltato in una scarpata, dove ha terminato la corsa contro un albero. A terra i due corpi esanimi e carbonizzati dei due giovani dipendenti della Elicompany Srl di Carpi, proprietaria del Robinson R22 Beta impegnato in lavori di ricognizione nel centro Italia. L’elicottero si sarebbe levato in volo da Sulmona alle 18 circa di ieri per raggiungere Latina, ma il maltempo avrebbe spinto i due a decidere di riatterrare a Sulmona.