L’Aquila. Il Gup del Tribunale dell’Aquila ha rinviato a giudizio il 7 ottobre, con l’accusa di omicidio e disastro colposo, Augusto Angelini, unico indagato tra i presunti responsabili del crollo della palazzina di via Don Luigi Sturzo a L’Aquila in cui, due anni fa, sono morte complessivamente 30 persone.
Nell’udienza di oggi Angelini era chiamato a rispondere del crollo in cui sono morte sette persone. Al 29 aprile è invece fissata l’udienza preliminare per il crollo del secondo edificio in cui sono morte 22 persone. Entrambi si trovavano all’interno delle mura del centro storico, nelle vicinanze della villa Comunale: furono edificate nel 1965 e, secondo i consulenti della Procura della Repubblica dell’Aquila, crollarono per la scadente qualità del calcestruzzo utilizzato, per carenze costruttive consistenti nel numero minimo di staffe di collegamento delle armature, per errori di progetto e calcolo delle strutture consistiti nella mancata previsione e verifica del sistema resistente alle azioni sismiche orizzontali provenienti da almeno due direzioni.
La magistratura fa notare che nella zona di via Sturzo e nelle strade vicine, dove ci sono tutti edifici in cemento armato costruiti tra il 1950 e il 1965, ci sono state 135 vittime, il 45 per cento del totale delle vittime del terremoto del 6 aprile, che sono dunque concentrate nel crollo di 11 edifici di quella zona. Inevitabile, a quel punto, il confronto con i tanti fabbricati vicini non crollati.