sotto attacco continuo da parte di predatori (Snam con il progetto della centrale di compressione e metanodotto) e di imprenditori con progetti faraonici che mirano all’isolamento della Valle Peligna, devastando l’ambiente; un progetto, quello di Toto, bocciato anche dal Ministero delle Infrastrutture, ma sul quale sarebbe sbagliato abbassare la guardia’.
La denuncia arriva dai Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona.
‘Anche perché la questione investe direttamente Monte San Cosimo e il progetto della sua riconversione in Polo logistico per la Protezione Civile. Infatti, proprio la connessione con l’autostrada e quindi con il Casello di Pratola Peligna, costituisce un requisito molto importante per le necessità di protezione civile, che richiedono grande rapidità ed efficienza nei collegamenti.
La dismissione dell’autostrada, facendo venir meno tale requisito, rischia di far naufragare un progetto sul quale sono impegnati da anni istituzioni locali e cittadini, sotto la spinta del Comitato Valle Futura.
La base militare di Monte San Cosimo, con il suo deposito di armi e munizioni, si estende su un’area di oltre 133 ettari, quasi al centro della Conca Peligna, tra Pratola e Sulmona. La storia di Monte San Cosimo passa attraverso visite all’interno della base (Sen. Michele Celidonio), interpellanze ed interrogazioni parlamentari di esponenti di diverse forze politiche, tutte concordi nel chiedere al Ministero della Difesa la riconversione per finalità civili.
L’area ha tutte le carte in regola per la protezione civile: centralità geografica; connessione con le infrastrutture di trasporto (autostrada e ferrovia); edifici, manufatti, gallerie e servizi di ogni genere (strade interne, luce, gas, acqua, fognature, ecc..). Si tratta di una preziosa materia prima dalla quale far scaturire un laboratorio di idee progettuali che trasformino Monte San Cosimo in una risorsa e non più peso o fonte di preoccupazione per la popolazione peligna’, insistono nella propria nota i Comitati.
‘Verrebbe scongiurato, in questo modo, anche il rischio che Monte San Cosimo possa essere scelto quale sito unico nazionale di stoccaggio per le scorie radioattive a bassa e media attività. L’I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) che ha pubblicato, nel giugno 2014, la Guida n.29 contenente i requisiti fondamentali per la scelta del sito, ha evidenziato che uno degli elementi escludenti per tale destinazione è rappresentato dalla elevata sismicità: ciò dovrebbe tranquillizzarci, ma mai abbastanza sino a quando non conosceremo la decisione finale.
Numerosi sono i casi in Italia di aree, caserme, basi riconvertite e riconsegnate alla collettività. Citiamo quello più simile a noi come tipologia : Il Comune di Vigodarzere, ha ottenuto, nel dicembre 2013, la riconversione dell’ex deposito missilistico dell’Aeronautica militare con la concessione d’uso per finalità di Protezione Civile. Anche tale area, proprio come Monte San Cosimo, si trova in una posizione strategica. A favore della riconversione di Monte San Cosimo in Polo logistico della Protezione Civile si sono espressi, con delibere unanimi, 16 Comuni della Valle, la Comunità Montana Peligna, la Provincia dell’Aquila e il Consiglio regionale dell’Abruzzo nel 2011.
Ma da allora tutto si è bloccato. Occorre che la Giunta regionale faccia proprio il progetto ed istituisca subito un tavolo di confronto con il Ministero della Difesa.
Facciamo appello a tutti i Sindaci, al Presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio De Crescentiis, – all’Assessore Mazzocca, con il quale il Comitato Valle Futura si è incontrato nello scorso anno consegnandogli il progetto e ricevendo assicurazioni di impegno in proposito,- perché facciano sentire la loro voce affinché il nostro territorio, non solo non venga alterato nella sua integrità ambientale e non venga emarginato, ma colga questo importante obiettivo che, oltre a dotare le comunità locali di una infrastruttura essenziale e di grande livello, può rappresentare una rilevante opportunità per il rilancio economico della nostra Valle, con la creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto per i nostri giovani’, si afferma in conclusione.