L’Aquila. Non possiamo garantire altro se non le operazioni di soccorso tecnico. L’Unione Sindacale di Base dei Vigili del Fuoco ha voluto spiegare in una lettera aperta ai cittadini aquilani le ragioni che rendono impossibile lo svolgimento dei servizi post-sisma di assistenza alla popolazione, dopo lo stato di agitazione indetto lo scorso 17 dicembre.
Nella lettera si accusa di ”comportamento omissivo” il commissario delegato per la ricostruzione Gianni Chiodi e si punta il dito anche contro ”i vertici della nostra Amministrazione”.
“Ancora oggi” scrivono nella lettera “sono molte le attività necessarie conseguenti al sisma: demolizioni, movimentazione macerie, coperture tetti, messa in sicurezza dei fabbricati, assistenza nelle attività di recupero negli immobili inagibili ed altre ancora. Certamente nel nostro corpo ci sono uomini e mezzi qualificati a porre in essere tali attività. Tuttavia i vertici della nostra Amministrazione sono impegnati più ad organizzare manifestazioni e ritirare medaglie, guadagnate con il sudore della nostra fronte, che a pianificare una programmazione operativa volta a garantire il fattivo contributo del Corpo alla città, senza garantire una soluzione di continuità con l’attività svolta sino ad ora. In tal senso è omissivo anche il Commissario Delegato per la ricostruzione. Inoltre il personale presente non è sufficiente a garantire tutte le attività post-sisma. Infatti non è stato consentito il rientro di tutto il personale vigile del fuoco in servizio fuori sede, cosa che, invece, è avvenuta in altre emergenze nazionali, come ad esempio nell’emergenza rifiuti in Campania. Nulla poi è stato fatto per il potenziamento di organico e di mezzi del Comando Provinciale Vigili del Fuoco di L’Aquila che, invece, ne avrebbe davvero bisogno: non può essere dimenticato e taciuto il fatto che la sera del sisma, nel Comando erano in servizio solo 13 uomini. Ed ancora bisogna aggiungere che il contingente attualmente in appoggio al Comando di L’Aquila, circa 120 unità, già dal 23 dicembre è stato dimezzato e nessuna informazione viene fornita su cosa accadrà dal 1 gennaio. Il personale di Comando, quindi, tenuto sempre a garantire le operazioni di soccorso tecnico urgente, sarà impossibilitato a svolgere i servizi post-sisma di assistenza alla popolazione, finora svolti ed ancora palesemente necessari”.