L’Aquila. “Sono ancora molto addolorato e provato per la morte delle ragazze che se ne sono andate insieme a mia figlia nel crollo di quella terribile notte.
In questi anni hanno cercato di infierire sul mio dolore, sostenendo tesi di accusa inventate. Finalmente la Cassazione ha riconosciuto che non c’entravo nulla”.
L’ingegnere Diego De Angelis commenta tra le lacrime la sentenza che lo ha assolto con formula piena, unico imputato per il crollo, all’Aquila, di un palazzo in via Generale Francesco Rossi dove, nel sisma del 2009 con 309 vittime, morirono 17 persone, tra le quali sua figlia Jenny, 26 anni.
De Angelis, proprietario dell’appartamento in cui viveva, nel 1999 aveva fatto gratuitamente una ristrutturazione nella palazzina. Direttore dei lavori di rifacimento del tetto e amministratore del condominio, era stato accusato di disastro colposo, crollo di edificio, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime.
Condannato in primo grado a 3 anni, la Corte d’Appello aveva ridotto la pena a un anno e 11 mesi.