Avezzano. Piatti in ceramica, tre primi e tre secondi a scelta del degente, un angolo-cottura ad hoc per i cibi dei soggetti celiaci, menu allestiti nel rispetto delle credenze religiose dei ricoverati, 4 nuove celle frigorifere, attrezzature per cottura e conservazione nuove di zecca, locali rimessi a nuovo, pareti rifatte con tinte gradevoli e maioliche, pavimentazione nuova.
Questi i ‘tratti’ distintivi dei locali ( nel seminterrato) della nuova cucina dell’ospedale di Avezzano che, dopo 9 mesi di completa ristrutturazione e ampliamento, sabato prossimo, 30 aprile, torna a operare all’interno del presidio ospedaliero. E’ un rientro che restituisce alla mensa ospedaliera (riservata cioè ai soli ricoverati) un livello di qualità notevole e che si avvale di un’ampia gamma di strumenti da cucina, collocati e usati secondo un sistema operativo di lavoro molto organizzato.
E’ un servizio importante, rilanciato e portato a compimento dalla nuova direzione della Asl che ha cambiato radicalmente pelle con l’affidamento dell’attività, nel luglio 2015, alla ditta Essebi la quale, con circa 200.000 euro, con un intervento di ristrutturazione a 360 gradi, ha riportato al top locali (1.000 metri quadrati) che erano vecchi e inadeguati.
L’impresa, subentrata nel luglio scorso nella gestione del servizio ristorazione, si è accollata sia le spese dei lavori di ampliamento e adeguamento dell’ambiente dove ora c’è la nuova cucina sia i costi di acquisto di tutte le attrezzature per la cottura e la conservazione degli alimenti. Tra l’altro, al termine della scadenza dell’appalto (quinquennale) conferito alla ditta aggiudicataria, il contratto prevede che tutto i macchinari per la preparazione dei pasti, diventino di proprietà della Asl.
Da luglio scorso a oggi le portate, a causa dei lavori necessari per la ristrutturazione dei locali-cucina dell’ospedale, sono state confezionate in un luogo esterno al presidio. Da sabato 30 aprile invece, con l’inizio dell’attività di cuochi e inservienti all’interno dei locali dell’ospedale il servizio, già su standard qualitativi alti, eleverà ancora l’asticella delle prestazioni poiché i pasti saranno allestiti direttamente in ospedale e distribuiti immediatamente, senza più passaggi intermedi. L’uso di piatti in ceramica (ne verranno utilizzati 1.600 al giorno) e non di plastica, come accade spesso nelle ristorazioni degli ospedali, è solo uno degli indici di qualità e di attenzione alle diverse esigenze dei degenti.
Oltre a ricette vegane e vegetariane, a scelta del malato, è previsto un menù rispettoso delle prescrizioni delle varie religioni (per esempio il rifiuto di mangiare carne). I vassoi, proprio per questo motivo, sono tutti personalizzati e assortiti sulla base delle scelte comunicate dal degente. In ospedale lavora un dietista che cura il regime alimentare e prescrive i piatti specifici a seconda della malattie del ricoverato. Ogni giorno la ditta della ristorazione preparerà circa 200 pasti da distribuire ai reparti dell’ospedale.
Alla mensa ospedaliera che farà il suo debutto sabato prossimo, si aggiungerà a breve un altro tipo di ristorazione, quella riservata ai dipendenti che lavorano in ospedale, cioè medici, personale sanitario non medico, amministrativi ecc. L’attivazione di questo servizio, distinto dalla mensa riservata ai ricoverati, è previsto in tempi brevi, non appena eseguiti i lavori di rifinitura e sistemazione dei locali adiacenti alla cucina.