L’annuncio è stato fatto nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, che ha visto la partecipazione del presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi.
Come ha spiegato lo stesso Letta, l’emendamento prevede la proroga della sospensione fino alla fine dell’anno ed ha una copertura di 600 milioni di euro.
“La soluzione è arrivata” ha detto il sottosegretario “ a testimonianza del fatto che da parte del governo non verrà mai meno l’attenzione verso l’Abruzzo”.
Gli aquilani, dunque, dovranno restituire le tasse finora non versate dal primo gennaio 2011 anziché dal primo luglio 2010, in almeno 60 rate. “E sottolineo almeno” aggiunge il governatore “perché già da ora c’è una chiara disponibilità del governo ad aumentare le rate per la restituzione e dunque il periodo di versamento degli arretrati”.
Sia Letta che Chiodi hanno poi confermato che ”il versamento delle tasse rimane sospeso fino al 31 dicembre 2010 per gli autonomi che hanno un fatturato inferiore ai 200 mila euro. In questo modo il governo ha voluto tutelare e avere un occhio particolare per i piccoli imprenditori”.
”La preoccupazione principale degli aquilani” ha aggiunto Chiodi “era legata alla ripresa della restituzione delle tasse sospese che sarebbe dovuto avvenire tra 15 giorni. Questa sera abbiamo dato una prima, importante, risposta differendo tale restituzione di sei mesi, ma soprattutto abbiamo aperto la possibilità che tale restituzione avvenga in un periodo più lungo dei cinque anni inizialmente fissato”.
Grande soddisfazione giunge anche dal senatore Filippo Piccone, coordinatore regionale del Pdl. “Ancora una volta” ha detto “c’è stata un’adeguata risposta del nostro governo per aver dimostrato in questo periodo di crisi internazionale una sensibilità maggiore verso la popolazione colpita nel nostro territorio.
Critico, invece, Giuseppe D’Amico, direttore generale di Confindustria Abruzzo, che in un’intervista a LabItalia, definisce “insufficiente” il provvedimento del governo.
“La situazione qui è molto complessa e non solo sul versante imprenditoriale e del lavoro, ma sul versante sociale, di tutto il territorio. Dopo il terremoto, l’Aquilano sta vivendo situazioni di spopolamento, calo di vitalità, imprese che non riaprono, disoccupazione, cassa integrazione”.
I dati sulla cassa integrazione a L’Aquila, secondo Confindustria Abruzzo, sono effettivamente drammatici. “Nel 2009” continua D’Amico “le ore di Cig sono aumentate del 1.461% e nei soli primi tre mesi del 2010, di ben 423%. Il 75% delle imprese commerciali e di servizi che erano nel cratere non hanno potuto riaprire e spesso sono proprio andate via. Basti pensare che c’è stato un calo notevole degli iscritti ai licei, frequentati spesso proprio dai figli di imprenditori e liberi professionisti”.
Anche “la ricostruzione pesante, quella della case stenta a ripartire, ma sia chiaro” avverte queste considerazioni non pregiudicano l’opinione positiva che abbiamo sulla gestione dell’emergenza. Ora stiamo parlando del dopo e di tutti i problemi da risolvere per far ripartire L’Aquila”.
Per quanto riguarda il pagamento delle tasse, “è importante lo slittamento di 6 mesi, ma la proroga deve interessare tutti i tipi di lavoratori e non solo determinate categorie, come invece sembra prevedere il provvedimento governativo”.
Tutti contenti, dunque? Non esattamente. Perché i problemi a L’Aquila non si fermano al pagamento delle tasse. Molto altro si nasconde dietro lo spettro di una città che al momento non vede luce d’avanti a sé. Certo, l’emendamento è rassicurante, ma c’è tanto ancora da fare.
Per questo l’annuncio del sottosegretario Letta non ha fermato la protesta. Gli aquilani scenderanno ugualmente in piazza per manifestare il loro dissenso, la loro voglia di ripartire, per chiedere la certezza di un futuro ed il rispetto dei diritti. Niente sconti, niente regali. Solo quanto spetta.
La protesta. Manca circa mezz’ora all’inizio ufficiale del corteo di protesta aquilano, ma già la parte periferica della città sta cominciando a muoversi verso il centro storico.
Una protesta che ha mostrato i primi segnali già ieri, quando in vari punti della città, sono comparsi manichini con un cappio al collo e con la scritta ”il terremoto non ci ha ucciso, lo faranno le tasse”.
Questa mattina sulle colline di Roio, ben visibile dall’autostrada campeggiava la scritta ”S.O.S.”, un appello, una richiesta d’aiuto che campeggia anche davanti a molti case. Il corteo partirà dalla Villa e attraverserà l’intera città, bloccando anche la circolazione.
Bandite bandiere di partito, ammessi solo i colori nero verdi simbolo della città. Come già annunciato, sfileranno i gonfaloni del Comune e della Provincia dell’Aquila e della Regione Abruzzo.
A fine manifestazione, l’arci vescovo Mons. Giuseppe Molinari e il vescovo ausiliare Mons. Giovanni D’Ercole celebreranno una messa, in località Sant’Antonio, pregando per il futuro della città e per i giovani.
Dai diversi punti di raccolta, intanto, stanno partendo i primi bus navetta, appositamente organizzati dall’Ama, l’Azienda aquilana per la mobilità.
Marina Serra