Le situazioni contestate dagli agenti della Polpost, in ogni caso, non presenta connessioni tra loro, se non la tipologia delle situazioni portate alla luce. Nella maggior parte dei casi, le persone denunciate, mettevano in vendita su siti di e-commerce, oggetti di varia natura, per i quali veniva richiesto il pagamento anticipato mediante ricarica di carte prepagate, ma una volta incassata la somma il venditore non inviava alcunché, facendo perdere le proprie tracce. L’entità di ciascuna truffa non supera le poche centinaia di euro, motivo per cui molte vittime di tali reati non denunciano il fenomeno. L’età dei truffatori telematici è compresa tra i 24 e i 29 anni e sono tutti italiani, residenti fuori regione. Per uno dei denunciati, invece, le contestazioni sono più gravi. Un giovane veneziano, infatti, è stato segnalato all’autorità giudiziaria, per accesso abusivo a sistemi informatici e frode informatica. I fatti risalgono al 2008 e hanno richiesto lunghe e complesse indagini. Il giovane, attraverso l’impiego dei cosiddetti “dialer” (letteralmente compositori automatici), nascosti in un programma autoinstallante, riusciva a far disconnettere il computer dell’ignaro utente dal proprio Internet Service Provider, per poi farlo riconnettere ad un nuovo Provider attraverso numerazioni ad alto costo, gonfiando così la bolletta telefonica. Lo scopo finale è quello di lucrare sulle somme fatturate dalle compagnie telefoniche per il traffico prodotto dagli ignari clienti, ricevendo da queste una percentuale. E’ opportuno ricordare che questa tipologia di reato è ormai in via di estinzione, in quanto le linee Adsl non sono soggette a tale tipo di re-indirizzamento.