L’uomo aveva chiesto di poter ottenere dalla propria Asl la somministrazione gratuita del farmaco a base di cannabis prodotto fuori dall’Italia e l’unico in grado di alleviare le sue sofferenze.
“Sono felice di questa vittoria” è il commento di Di Paolo “che è la vittoria di tutti i malati costretti a rinunciare alle uniche cure che possono alleviare le nostre sofferenze a causa di divieti irragionevoli e contrari ai fondamentali diritti umani e civili. Non si tratta di liberalizzare l’uso della cannabis: la partita è piuttosto quella di evitare che la generalizzazione indiscriminata di un divieto, pure eticamente motivato, travolga il diritto sacrosanto dei malati a conservare anche nella malattia una minima qualità di vita rispettosa della dignità umana”.
Il provvedimento, spiega il giudice Elisabetta Pierazzi, è il primo nel suo genere e riafferma la valenza del diritto alla salute scritto nell’art. 32 della Costituzione, considerato non recessivo rispetto a norme giuridiche a fondamento etico che pure di fatto ne limitano l’efficacia.
Marina Serra