Entrambi erano usciti dotati solo di piccozza e ramponi, sprovvisti di sistema Arva, e stavano percorrendo a piedi il sentiero estivo in direzione del Corno Grande, insieme ad un terzo alpinista, Antonio Leone, ha “”galleggiato” sopra ed è riuscito a dare subito l’allarme. Laera e Mataloni sono rimasti sepolti sotto un metro di neve.
I tre, tutti iscritti al Cai, alle 12:30 sono stati travolti dalla massa nevosa, con fronte 150 metri e profondità di 15, nei pressi dell’Osservatorio astronomico (Campo Imperatore) e del rifugio Duca degli Abruzzi. Avevano deciso di procedere nonostante le condizioni proibitive, con difficoltà di visibilità e un vento che oltre quota 2000 soffiava anche a 130 km orari.
Franco Mataloni era un appassionato di escursioni in quota. Un esperto, tanto che a dicembre la sezione romana del Club alpino italiano lo aveva promosso a “esperto” (direttore di gita), dopo un lungo percorso. Con un gruppo di amici aveva organizzato un sito (www.scarcagnati.it) per raccontare esperienze ed escursioni. L’ultima, il 24 gennaio, al Terminillo assieme ad altre tre persone lungo la parete Nord del Monte Elefante.
Con quelle di domenica salgono a 43 le vittime sulle montagne abruzzesi negli ultimi cinque anni.
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