Il Piano si articola in sette punti. Alla base di ognuno un nuovo concetto di governance, che presuppone un ruolo nuovo di tutti i soggetti pubblici e privati.
“La Struttura tecnica di missione” ha spiegato Chiodi in riferimento alla struttura che sarà operativa dal 1 febbraio “dovrà colloquiare con quelle amministrative e tecniche dei comuni, ma soprattutto dovrà essere il punto di riferimento di tutti i sindaci del cratere”.
Proprio la presentazione di questa mattina è stata l’occasione per il commissario di puntualizzare la composizione della struttura, soprattutto alla luce delle richieste prevenute in questi giorni da alcune rappresentanze di settore. Non si tratterebbe, infatti, di un organismo di rappresentanza o istituzionale. Al contrario, sarà una struttura composta da 30 membri, di cui la metà dirigenti e funzionari di alcuni ministeri che avranno il compito di raccordo tra il potere centrale e il territorio regionale.
“La presenza dello Stato non è da intendere come invasiva” ha poi specificato Chiodi, “ma solo dettata dal fatto che queste strutture funzionano sempre in chiave commissariale e soprattutto come impegno reale e diretto del governo nazionale nel processo di ricostruzione”.
L’altra metà della struttura, invece, sarà composta da personale specializzato che verrà selezionato attraverso bandi pubblici di concorso ai quali vi potranno accedere tutti. I soggetti selezionati verranno assunti e dovranno garantire l’esclusività della loro prestazione professionale.