I finanzieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, hanno passato da subito al setaccio le operazioni poste in essere dal sodalizio criminale che, tramite una simulata “copertura” documentale e contabile e con la complicità di”teste di legno”, hanno riciclato i profitti illeciti per farli rientrare in buona parte ripuliti nella loro disponibilità. In particolare, grazie alle banche dati disponibili sulla piattaforma “Dorsale Informatica” del Corpo, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ascoli Piceno hanno seguito questo flusso finanziario e documentale e concluso nei giorni scorsi verifiche fiscali mirare nei confronti di due società a responsabilità limitata e di una ditta individuale che hanno sede in provincia di Chieti , recuperando a tassazione circa 7,5 milioni di euro non dichiarati al fisco e Iva dovuta per 200.000 euro.
E’ scattata, pertanto, una nuova denuncia nei confronti delle cinque persone, nella loro qualità di amministratori di diritto e di fatto delle aziende sottoposte a verifica, già segnalati in precedenza alla Procura della Repubblica di Chieti, anche per il reato di omessa dichiarazione dei redditi.
“L’esame dell’ingente mole di documentazione relativa alle fatture false poste a base del riciclaggio dei profitti del traffico di rifiuti metallici, continuerà anche per i prossimi mesi attraverso il monitoraggio dei flussi finanziari, che costituisce il metodo più efficace per individuare i capitali di origine illecita” – si legge tra l’altro in una nota della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno.