L’attività, nata dall’ordinario servizio di controllo del territorio da parte dei militari della locale Stazione, portava alla luce numerose e gravi mancanze sotto i profili: sanitario, ambientale, lavoristico, ecologico e strutturale, che determinavano la comminazione di plurime sanzioni nei confronti della cooperativa gestrice. Nel corso dei primi accertamenti inoltre, venivano riscontrate condotte che richiedevano più approfondite verifiche. Il 20 dicembre poi, in attesa di ulteriori esiti, la Prefettura di Chieti disponeva il ricollocamento d’urgenza dei 56 ospiti del centro, presso altre strutture della provincia.
I C.A.S. o Centri di Accoglienza Straordinaria, sono strutture volte a compensare la mancanza di posti negli ordinari centri di accoglienza o nei servizi predisposti dagli enti locali, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti. Tali centri sono individuati dalle Prefetture, in convenzione con cooperative, associazioni e strutture alberghiere, secondo le procedure di affidamento dei contratti pubblici, e si occupano del richiedente fino al suo trasferimento nelle strutture di seconda accoglienza. I C.A.S. dovrebbero fornire, tra gli altri servizi, assistenza sociale e sanitaria, attività multiculturali, inserimento scolastico dei minori, mediazione linguistica, culturale e così via. Talvolta però, ciò non avviene come previsto.