Chieti. “Mentre le scuole sono in evidente sofferenza per le difficoltà di garantire il servizio, l’assistenza, l’inclusione, la vigilanza, l’ordinato lavoro delle segreterie, il funzionamento dei laboratori e l’offerta formativa, si parla, invece, di merito.
Chiediamo cose concrete, quali più organici ATA in provincia di Chieti e la risposta è: va tutto bene, adesso occorre parlare di merito. Basta recarsi in qualsiasi scuola della provincia per constatare che così non è. I problemi organizzativi e di gestione vengono affrontati solo con il sacrificio e la buona volontà dei singoli.
Intanto il presidente del Consiglio dei ministri nelle sue dichiarazioni programmatiche ha ribadito alcuni concetti che la cultura neoliberista ci propina da tempo. Ha cercato di giustificare il nuovo nome del ministero con l’introduzione del merito. Nelle intenzioni del governo la scuola e l’università devono essere al servizio del mercato del lavoro e i percorsi formativi da proporre devono essere finalizzati a tale scopo. Si riprende il concetto di capitale umano e quindi l’idea di un sistema di istruzione quale luogo di addestramento al lavoro così com’è.
Eppure dovrebbe essere chiaro che solo una scuola in grado di fornire di più a chi ha di meno per provenienza sociale, culturale ed economica sarà in grado di superare le diseguaglianze tra le persone e i divari tra i territori. Lo ribadiamo: il merito come ideologia è l’opposto della scuola costituzionale.
La scuola non insegna ad adeguarsi al mondo ma a cambiarlo, a renderlo migliore. Quelle che vengono riproposte sono idee che già hanno danneggiato la scuola in un lungo periodo di scelte sbagliate.
La scuola non deve educare il capitale umano, non è un luogo di addestramento al lavoro; non può sottrarsi alla missione di costruire esperienze di apprendimento per la vita conoscitiva e per la libera intelligenza degli studenti; deve impegnarsi a superare le diseguaglianze, innanzitutto tra Sud e Nord, e non a moltiplicarle. L’autonomia differenziale minerebbe alla base la funzione nazionale e unitaria della scuola e produrrebbe la certificazione delle diseguaglianze, in barba a quanto previsto dall’art. 3 della Costituzione che, invece, impegna lo Stato a rimuovere tali diseguaglianze.
Per questo serve un investimento straordinario dello Stato, l’opposto dell’autonomia differenziata, serve far funzionare la scuola pubblica e non annebbiare la vista con il cambio di nome del ministero, che introducendo il merito non assolve al suo compito costituzionale di garantire il diritto allo studio (e non all’addestramento) a tutti e a tutte.
Nelle prossime settimane la FLC CGIL Chieti ha organizzato assemblee in tutte le scuole della provincia per discutere di questi temi con i docenti e gli ATA”. Si legge così in una nota di Flc Cgil Chieti.