È successo davvero un qualcosa di molto strano in provincia di Chieti. I vigili urbani sono finiti nel mirino degli inquirenti per un evento strano
L’autovelox-gate ha fatto molto discutere in Abruzzo. A Francavilla al Mare c’era un dispositivo mobile montano su una macchina dei vigili urbani malfunzionante. Un vero e proprio incubo tanto che “rilevava superamenti di limiti mai avvenuti“. Un qualcosa di davvero molto strano, ma a preoccupare di più è stata un’altra cosa: ovvero chi era a conoscenza di quanto succedeva ha nascosto le anomalie.

Una conclusione fatta dalla Procura di Chieti che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di cinque vigili urbani. Le accuse nei loro confronti sono quelle di falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico e soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. Davvero un qualcosa di molto particolare e che costretto gli inquirenti ad intervenire per portare la situazione alla normalità. Ora l’incubo è passato e per questo motivo si può ritornare in strada in maniera tranquilla e serena.
Come funzionava la truffa
La truffa funzionava in maniera semplice e senza che gli automobilisti potevano fare qualcosa. Nel verbale veniva certificato il corretto esercizio dell’autovelox attraverso il movimento con rilevamento in avvicinamento e la velocità. In realtà il tutto era nomalo e non corrispondeva alla realtà. Le diverse multe hanno insospettito gli inquirenti e così è stata aperta un’indagine per accertare meglio quanto succedeva.
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Alla fine la Procura di Chieti è riuscita a portare alla luce il raggiro e iscritto nel registro degli indagati i cinque vigili urbani, che ora dovranno difendersi da accuse importanti oltre che naturalmente spiegare il motivo di questa truffa. Una vicenda che ha tenuto banco per diverso tempo e non ci resta che aspettare i prossimi giorni per avere un quadro molto più chiaro.

Di certo la notizia ha fatto tirare un sospiro importante per quanto riguarda gli automobilisti. In molti erano caduti in questa truffa e costretti a pagare una multa salata. Da capire se ci sarà un risarcimento. Ma una cosa è certa: il raggiro ormai fa parte del passato e in strada si può ritornare senza problemi.





