Chieti. La progettazione partecipata prende il via il 16 gennaio dalle 15.00 alle 18.30 a Chieti presso la Camera di Commercio. Teatro Romano, Tempietti e Terme: sono le “Tre T”, quelle su cui la città di Chieti sta puntando per creare un nuovo progetto di valorizzazione delle aree archeologiche capace di restituire ai propri cittadini e ai turisti – in un nuovo sistema integrato – le meraviglie dell’antica Teate Romana. Il progetto, promosso dalla Soprintendenza archeologia, belle, arti e paesaggio, desidera coinvolgere in questa fase cittadini, organizzazioni culturali, progettisti, narratori e soggetti del terzo settore per immaginare una nuova visione della zona archeologica della città, capace di cucire insieme i tre beni culturali e dare il via a nuove forme di fruizione. Ma anche per aprire a giovani imprese culturali del luogo la possibilità di partecipare attivamente alla gestione del futuro sistema archeologico della città.
La Soprintendenza di concerto con la Fondazione Fitzcarraldo di Torino e con il Dipartimento di Architettura dell’Università G. D’Annunzio di Pescara organizza un grande “Laboratorio Urbano”, occasione di confronto a cui sono invitati enti, organizzazioni culturali, imprese, studenti e rappresentanti della società civile. Un momento di brainstorming che mira a riunire le diverse voci della città con un obiettivo: immaginare strategie di promozione e riqualificazione del nucleo storico, facendo interagire i tre beni culturali in un sistema realmente integrato con il tessuto della città. Il lavoro avrà un taglio trasversale e sarà organizzato per tavoli. “Il laboratorio urbano ci è sembrato lo strumento ideale per coinvolgere tutti gli stakeholder della città. – dichiara la Soprintendente Rosaria Mencarelli – “Solo attraverso il confronto aperto tra le forze in campo sarà possibile materializzare una nuova visione di Chieti, capace di dare ai suoi cittadini il gusto di vivere gli spazi culturali della città e allo stesso tempo di restituire all’antica Teate la giusta importanza nel panorama culturale italiano”. Come indica Luca Dal Pozzolo della Fondazione Fitzcarraldo: “Si tratta di tre beni che – né singolarmente, né nella loro interazione – ammettono forme di fruizione assimilabili alla musealizzazione, ma possono rappresentare, invece, tre tappe brillanti per aprire un ventaglio di racconti sulla storia della città. La gestione dei servizi di visita e di narrazione si auspica possa essere assunta da strutture locali, incrementando, anche se per piccoli numeri, l’occupazione e coinvolgendo in modo appropriato il volontariato”.Nel solco aperto dal primo laboratorio urbano si inseriranno i successivi incontri formativi dedicati a professionisti culturali, provenienti da cooperative, associazioni, imprese o enti che si occupano di gestione culturale.
Saranno quattro le pillole formative che verranno “somministrate” dagli esperti della Fondazione Fitzcarraldo, momenti che mirano a dare conoscenze e competenze utili a potenziali soggetti interessati a prendere in carico la gestione del sistema in via di costruzione. Si partirà giovedì 30 gennaio con la pillola “Conoscere i propri luoghi: l’analisi del contesto, dei pubblici e degli interlocutori” seminario che fornirà una sintetica panoramica di analisi territoriale e dei principali strumenti di rilevazione del pubblico, oltre a indicazioni operative (e low-cost) per ricostruire il profilo dei propri visitatori/spettatori e utenti. Il 31 gennaio si continua con un’ “Introduzione alle strategie di funding mix” sulle strategie più utilizzate dalle organizzazioni culturali per diversificare le fonti di ricavo mantenendo ferma la propria mission istituzionale, la qualità delle attività e dei servizi erogati, la remunerazione del lavoro svolto. Giovedì 13 febbraio si passerà al laboratorio di “Urban storytelling: il racconto delle trasformazioni urbane” sulle trasformazioni urbane come motori di cambiamento della città contemporanea che si agganciano a nuovi racconti e a nuove narrative. La formazione terminerà il 14 febbraio con la pillola “Comunicazione creativa per lo spazio pubblico e i progetti culturali” un confronto sui principali strumenti creativi per raccontare i territori e i progetti culturali. L’attesa di queste interessanti giornate formative e di confronto non è statica: circa 50 studenti del Dipartimento di Architettura, guidati dal prof. Claudio Varagnoli, sono già al lavoro da alcune settimane per progettare strategie di sviluppo e di valorizzazione sui beni. Si progettano azioni puntuali e territoriali finalizzate al raggiungimento di diversi obiettivi (comunicazione, visibilità, fruibilità, messa in rete, valorizzazione e molti altri). Le proposte elaborate dagli studenti saranno esposte alla cittadinanza in una mostra aperta e costituiranno lo spunto per le prossime puntate di progettazione condivisa finalizzate alla ricerca di un comune filo narrativo che si svolgeranno tra la primavera e l’estate 2020″.