Otto anni di reclusione e 15.000 euro di multa sono stati inflitti a Osvaldo D’Intino, 63 anni originario di Ortona, all’epoca dei fatti direttore di una filiale di banca, estranea alla vicenda; 7 anni e 10.000 euro ciascuno sono stati inflitti a Romolo Di Rocco, 58 anni, di Pescara, Antonio Cipollone, 57 anni pure di Pescara e ad Antonio Gentile, 62 anni di Montesilvano. I quattro sono stati anche condannati a risarcire i danni in separato giudizio e ad una provvisionale di 10.000 euro alla moglie e ai due figli della vittima che si sono costituiti parte civile.
La vittima era il titolare di una ditta individuale che operava nel settore dell’agricoltura: l’uomo, probabilmente a causa della difficile situazione economica in cui si trovava, si tolse la vita, impiccandosi, alla fine di gennaio del 2012.
I fatti contestati nel processo ai quattro imputati riguardano le condizioni usurarie per alcuni prestiti fatti all’agricoltore. Questi fra aprile del 2011 e gennaio del 2012 ricevette 50.000 euro, dei quali 40.000 euro arrivano da Gentile e 10.000 da D’Intino. Un prestito che la vittima garantì consegnando a Gentile due assegni da 20.000 euro ciascuno e poi altri due assegni, da 15.000 euro e da diecimila. A tali somme si aggiunsero 6.500 euro ovvero il ricavato della vendita, su suggerimento di Di Rocco, di un trattore. Somma questa che, secondo l’accusa venne consegnata a Di Rocco, che a sua volta la diede a D’Intino. Sempre secondo l’accusa Di Rocco era la persona incaricata da D’Intino di procedere alla riscossione delle rate del prestito che era stato concesso.
Per quanto riguarda l’accusa di usura a carico di Cipollone, scaturisce da due prestito fatti alla vittima: un primo prestito di 30.000 euro nel giugno del 2010 per il quale erano stati pattuiti interessi consistenti nella restituzione di una somma oscillante fra 2.500 e 2.600 euro da pagare il giorno 4 di ogni mese. Per il secondo prestito di 35.000 euro gli interessi da pagare ammontavano a 4.000 euro al mese.