“Si arricchisce la collezione di ordinanze e condanne”
Chieti. ““A causa delle liste di attesa per la presa in carico da parte di centri convenzionati, la minore effettua il trattamento presso il centro San Stefar a proprie spese e ha diritto a continuare a seguire le terapie presso il medesimo centro a spese della ASL resistente, in quanto l’interruzione del trattamento in atto potrebbe, con alta probabilità, essere di pregiudizio alla salute della minore e vanificare i risultati fino ad ora raggiunti. Sul punto, peraltro, deve richiamarsi quanto già affermato da questo Tribunale con diverse pronunce, nelle quali si è ritenuto che la tutela effettiva del diritto alla salute richiede che la ASL si adoperi per garantire la piena accessibilità alle cure delle persone richiedenti estendendo il numero dei ricoveri autorizzati e accreditati presso strutture convenzionate che assicurino la prossimità del servizio oppure accollandosi i costi economici di terapie domiciliari, a nulla rilevando la constatazione della presenza in ambito del territorio regionale di altre strutture convenzionate ugualmente idonee al trattamento dell’autismo.
Non può, infatti ragionevolmente imporsi – per ragioni di natura sostanzialmente economica – a bambini affetti da autismo bisognosi di cure urgenti l’onere di recarsi in strutture situate in luoghi distanti da quello di residenza, dal momento che ciò, per un verso costringerebbe la famiglia a sostenere considerevoli costi di trasferimento, spesso eccessivi ed incompatibili con le proprie condizioni economiche e, per altro verso, sottoporrebbe il minore, già provato dalla patologia, al disagio e agli inconvenienti di un gravoso spostamento quotidiano, con inevitabili ripercussioni negative sulle proprie abitudini di vita e su un equilibrio psico fisico già precario. Si è, inoltre, osservato che “nell’ottica di un equo bilanciamento tra il diritto costituzionalmente garantito alla salute della persona e l’interesse pubblico alla preservazione delle risorse finanziarie dello Stato, il primo, di derivazione costituzionale, deve stimarsi preminente rispetto al secondo, il quale ha una connotazione essenzialmente economica.”
Continuano le affermazioni del diritto alle cure per persone con autismo nella nostra regione. Ancora un pronunciamento chiaro del tribunale di Vasto circa le terapie spettanti ad una bambina asperger, per la quale si afferma anche il diritto alla continuità assistenziale. Le osservazioni poste dal legale della asl ancora una volta sono risultate lesive del diritto alle cure dell’utente e ancora una volta espongono il diritto alle cure prioritario rispetto alla gestione economica. Nonostante tutto questo la ASL insiste nel porre limitazioni e condizioni all’erogazione delle prestazioni, esponendo la Pubblica Amministrazione a costi aggiuntivi destinati sempre a cadere sui cittadini.
Grazie alla solidale e gratuita disponibilità del nostro legale Gianni Legnini continueremo ad offrire assistenza alle famiglie che decidono di combattere per il diritto alle cure dei propri cari. Le famiglie abruzzesi hanno ben compreso la valenza della Legge 134/2015 e gli effetti delle norme regionali DGR 360/2019 che hanno di fatto recepito la normativa nazionale. Hanno ben compreso che l’autismo per effetto dell’art. 60 del DPCM del 12 gennaio 2017 è finalmente inserito nel Livelli Essenziali di Assistenza e quindi possono reclamare il diritto alle cure indicate dalla normativa nazionale. Tutti lo hanno compreso meno che il Direttore Generale della ASL di Chieti Thomas Schael.
Mentre scriviamo questo comunicato apprendiamo anche di altre decisioni incomprensibili da parte del Manager che rischiano di condannare utenti (bambini e adulti) a restare senza trattamenti. Sarà nostra cura porre all’attenzione del Presidente Marsilio e dell’intera Giunta regionale l’inadeguatezza dell’azione del Manager nell’applicazione delle norme nazionali e regionali. Siamo certi che il Presidente Marsilio ricorderà bene l’impegno da lui preso in campagna elettorale a favore delle persone con autismo. Furono 8 le domande alle quali lui rispose, unitamente agli altri candidati. Purtroppo ad oggi nessuna di quelle risposte è stata attuata nella nostra regione. La pandemia solo in parte può giustificare tutto questo, specie quando si è di fronte ad incapacità conclamate.
Unica nota positiva è la norma regionale DGR 360/2019 voluta dagli assessori alla Sanità, prima Silvio Paolucci e poi Nicoletta Verì. Una norma che affronta con molta attenzione l’autismo, definendo azioni e interventi e specificando le caratteristiche dei nuovi setting e le competenze professionali minime che devono essere assicurate in ogni centro che offre servizi riabilitativi per l’autismo. Norma che, purtroppo, non viene rispettata sistematicamente e non viene applicata sul territorio dalle asl abruzzesi”. Si legge così in una nota di Dario Verzulli, socio fondatore e presidente dell’associazione Autismo Abruzzo Onlus.