“Non può essere esclusa la pericolosità della cannabis light”, ad affermarlo è il Consiglio superiore di sanità, che ha raccomandato al Ministero della Salute di attivare “misure atte a non consentirne la libera vendita”.
Il parere del Css sui prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, attualmente in vendita come prodotti da collezione non destinati al consumo umano, era stato richiesto dal precedente ministro della Salute, e l’attuale titolare del ministero, Giulia Grillo, ha già fatto sapere che una decisione definitiva sul tema non verrà presa prima di aver sentito il parere dell’Avvocatura dello Stato.
“Seguo con grande attenzione la questione della commercializzazione della cosiddetta cannabis light”, ha dichiarato il ministro Grillo, precisando che non appena otterrà le necessarie indicazioni da parte dell’Avvocatura dello Stato, procederà ad assumere “le decisioni necessarie, d’intesa con gli altri ministri”.
L’eventuale giro di vite proposto dal Css sulla vendita di cannabis light, sta destando agitazione tra alcuni degli imprenditori che negli ultimi anni hanno investito nel settore della canapa; un mercato in forte ascesa, che nel solo 2017 ha prodotto un giro d’affari superiore a 40 milioni di euro.
Forti critiche al parere del Css sono state invece espresse dall’Associazione Luca Coscioni, che in una nota attacca: “Sfidiamo il Consiglio Superiore della Sanità a portar avanti studi propri, se ne è capace” e poi sottolinea che “ l’Organizzazione Mondiale della Salute ha avviato, per la prima volta nella storia, una revisione delle proprietà terapeutiche della cannabis con probabile declassificazione della sua pericolosità nelle tabelle internazionali”.