L’anarchico abruzzese Alfredo Cospito continua a restare in carcere a Sassari. Nelle scorse ore la Cassazione si è pronunciata sull’attentato all’ex caserma.
Si riaccendono i fari su Alfredo Cospito. Nella giornata di ieri, mercoledì 24 aprile, la Cassazione si è pronunciata sulla condanna a 23 anni emessa in secondo grado dalla Corte d’Appello di Torino per l’attentato all’ex caserma di Fossano.
La Procura aveva presentato un ricorso per avere una condanna molto più dura. La difesa sperava in uno sconto. Alla fine la Cassazione ha deciso di confermare la pena di 23 anni nei confronti dell’anarchico abruzzese. La decisione, quindi, diventa definitiva a distanza ormai di quasi due decenni da quell’attentato.
L’udienza e le proteste a Roma
La sentenza della Cassazione ha portato a riaccendere i fari su Alfredo Cospito. L’anarchico nel periodo compreso tra ottobre 2022 e aprile 2023 è stato al centro del dibattito politico per il suo sciopero della fame contro il regime 41/bis. Una protesta che non ha dato gli effetti sperati da lui e dai diversi manifestanti scesi in piazza quasi ogni giorno. I giudici, infatti, hanno confermato la misura e a giugno dello scorso anno si è deciso anche il ritorno nel carcere di Sassari.
Ora la decisione dei giudizi di terzo grado ha riportato l’attenzione sull’anarchico abruzzese oltre che centinaia di persone in strada. A Roma ci sono stati momenti di tensione: i militanti anarchici con diversi blitz hanno dato alle fiamme cassonetti e danneggiate vetrine e bancomat. Ora sono in corso tutte le indagini per accertare meglio cosa è successo e individuare i responsabili di questi atti.
“Pena estremamente severa”
La difesa di Cospito subito dopo la sentenza ha parlato di “una condanna estremamente severa. La decisione della Cassazione conferma che la richiesta della Procura di Torino di ergastolo con un anno di isolamento diurno era sproporzionata e, soprattutto, scorretta. Resta, comunque, il rammarico che si sia arrivato ad una pena così dura“.