Il suo nome è diventato molto conosciuto in tutto il mondo per aver aiutato la popolazione durante la pandemia: ora la bufera sugli eredi
In Inghilterra durante la pandemia una persona si è distinta per il suo senso di solidarietà e vicinanza agli altri. Stiamo parlando del capitano Thomas Moore. L’anziano ha deciso di raccogliere dei fondi alla veneranda età di 100 anni per aiutare il servizio sanitario del proprio Paese. Parliamo di una cifra di oltre 38 milioni di sterline. Una notizia che ha fatto il giro del mondo e portato l’anziano a diventare uno degli eroi inglesi durante il Covid.
Destino ha voluto che proprio il coronavirus fosse fatale per la vita del capitano. Moore, infatti, morì nel 2021 dopo aver contratto il Covid. Ma poco prima venne premiato dalla Regina Elisabetta proprio per il suo servizio durante la pandemia. In questi ultimi giorni il nome dell’anziano è tornato nuovamente al centro della discussione in Inghilterra non per merito e soprattutto non per colpa sua. È nata una polemica riguardanti i propri figli che ha sconvolto l’intero Paese.
La polemica è nata dopo il rapporto della Charity Commission. Secondo le informazioni che arrivano dai media britannici, gli eredi di Moore hanno sfruttato l’immagine del padre per raccogliere soldi e non darli in beneficenza. Sono stati pubblicati libri sulla vita del capitano ottenendo oltre un milione di sterline e di questi soldi non è stato donato nemmeno un penny.
Un procedimento non legale visto che, stando al racconto della Charity Commission, la figlia del capitano e il marito hanno utilizzato la Capitain Tom Foundation, fondata proprio dal centenario, per pubblicare il libro e sfruttare l’immagine dell’anziano. Un qualcosa di illegale e la commissione ha fatto sapere di aver iniziato degli approfondimenti. I 38 milioni di sterline raccolti durante la pandemia non sono comunque coinvolti in questa indagine visto che donati regolarmente.
Non si è fatta attendere la replica della figlia di Moore. La donna ha fatto sapere che la decisione di aprire una inchiesta è assolutamente ingiusta visto che la Fondazione aperta dal padre non raccoglie più fondi da dare in beneficenza da ormai diverso tempo. Una versione che ha portato la commissione ad aprire un’indagine e presto saranno prese delle decisioni.