Dopo la recente catastrofe di Valencia, anche una città italiana potrebbe essere interessata in futuro dallo stesso evento.
Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da eventi atmosferici estremi, in grado di scatenare conseguenze devastanti su territori e popolazioni in ogni parte del mondo. Per gli esperti, la spiegazione principale risiede nei continui cambiamenti climatici che stanno aggravando l’ecosistema mondiale anno dopo anno.
L’aumento delle temperature globali, difatti, ha innescato un processo di surriscaldamento dei mari e degli oceani, portando alla comparsa di precipitazioni sempre più violente e frequenti. La recente alluvione di Valencia, generata da un DANA di enorme potenza, è uno degli esempi più lampanti dei cambiamenti climatici attualmente in atto.
Eventi del genere stanno interessando sempre di più anche il territorio europeo, al centro di un processo di surriscaldamento del Mar Mediterraneo che sta preoccupando gli esperti. In Italia non sono mancati recenti esempi di disastri naturali, ma potrebbero verificarsene altri ancora più devastanti.
Dopo Valencia il geologo lancia l’allarme per l’Italia
Nelle ultime ore, la dichiarazione di Antonello Fiore, presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale, ha destato notevole scalpore tra i cittadini.
Secondo il geologo, la città di Bari rischierebbe la medesima alluvione devastante che ha colpito Valencia negli ultimi giorni. Secondo quanto emerso dai dati, il capoluogo pugliese sarebbe già stato colpito da gravi alluvioni in passato: nel febbraio 1905, nel settembre 1915 e nell’ottobre 2005. Lo stato di emergenza potrebbe essere prossimo per la città pugliese.
La caratteristica urbanizzazione a nove lame di Bari, contribuirebbe a raccogliere e convogliare l’acqua della Murgia fino alla città, con la conseguente creazione di correnti devastanti.
Non solo, negli ultimi anni il terreno della Murgia, originariamente impermeabile, avrebbe perso la sua capacità di assorbimento a causa delle modifiche apportate dall’uomo. Antonello Fiore ha, inoltre, sottolineato l’urgenza di aggiornare le analisi sul rischio idrogeologico, ricordando come dal 2005 i dati non siano più validi.
Per prevenire ulteriori tragedie, il geologo avrebbe proposto di aggiornare gli ormai obsoleti dati pluviometrici. Secondo quanto emerso, infatti, i dati raccolti sarebbero precedenti all’attuale situazione del Mar Mediterraneo, ormai considerato un hot spot a causa dell’innalzamento delle temperature.
Il geologo continua sostenendo l’importanza di formare la popolazione sulle azioni da attuare in caso di emergenza. Il comportamento corretto dei cittadini, secondo quanto dichiarato da Fiore, aiuterebbe notevolmente ad evitare ulteriori conseguenze durante una alluvione.