Un uomo è stato accusato di aver ucciso un uomo durante un campeggio, ma ha dato la responsabilità tutta al suo cane
Si sono concluse le indagini intorno all’uccisione di Dustin Kjersem, un uomo morto brutalmente in un campeggio nel Montana, negli Stati Uniti. Indagini che hanno portato all’arresto dell’assassino che, però, ha dominato le pagine di cronaca per aver raccontato alla polizia, nel momento del suo arresto, una versione a dir poco particolare della vicenda.
Una storia che emersa dagli ultimi documenti che riportano i fatti raccontati da Daren Christopher Abbey e che ha origine fin dalle ore antecedenti l’omicidio. Il racconto, però, ha lasciato a dir poco perplesse le autorità che hanno fatto fatica a credere a una storia come questa.
Abbey, infatti, ha detto alla polizia di essere andato nella zona di Moose Creek per cercare un posto dove accamparsi lo scorso 10 ottobre. Qui racconta di aver visto Kjsersem con una tenda da parete montata da qualche giorno, quando aveva deciso di partire alla volta della montagna per concedersi qualche giorno di campeggio.
I due, stando alla storia, avrebbero iniziato a parlare, conoscendosi e bevendo insieme qualche birra in amicizia. Di lì a poco, però, quando tutto sembrava andare serenamente, un piccolo imprevisto ha scatenato un vero e proprio dramma, portando alla morte di Kjersem.
Abbey ha raccontato che il cane che aveva con sé è saltato sul materasso gonfiabile, lasciando impronte dappertutto. Scusatosi con il ragazzo, ha preso una maglietta e lo è andato a lavare nei pressi del ruscello, levando via le ‘zampate’. Ritornato poi alla tenda, rivela di averlo trovato armato e che minacciava di uccidere il suo cane e che poi avrebbe ucciso anche lui.
Abbey ha quindi definito l’assassinio di Kjersem come legittima difesa, una versione che però non combacia con l’assenza di ferite e che quindi la sua versione stonerebbe davanti alle prove. In tal senso, i precedenti documenti di accusa raccontato tutt’altro.
In questi, infatti, si legge che Abbey avrebbe “colpito la vittima alla testa con un pezzo di legna da ardere, l’avrebbe pugnalata al collo con un cacciavite e l’avrebbe colpita al viso con la parte smussata dell’ascia”.
Ascia, però, al quale non ha fatto alcun riferimento nella sua versione, parlando invece di un pezzo di legno con il quale lo ha colpito ripetutamente, dal momento che Kjersem continuava a reagire nel tentativo di ucciderlo. Il colpo finale dice, invece, di averglielo dato con un cacciavite che aveva portato con sé in campeggio.