La decisione parte dal rilievo che il Comitato VIA ha motivato in modo troppo laconico e superficiale il proprio giudizio e conferma quello che il WWF sostiene da tempo: il Comitato C.C.R. VIA va profondamente riformato con una apposita e urgente legge regionale fondata sui concetti della trasparenza e della partecipazione, e soprattutto deve cambiare radicalmente il proprio modus operandi, con istruttorie più approfondite, esaminando in ogni seduta solo poche e non decina di pratiche, con l’obbligo di sopralluoghi sul posto almeno per i progetti più importanti., In questo modo le proprie decisioni verrebbero motivate in modo più analitico e puntuale e non si andrebbe incontro alle oggi frequenti “bocciature” da parte della magistratura.
La sentenza, chiariamolo subito, non dà il via libera definitiva al progetto, in quanto il TAR ha riconosciuto espressamente, in ordine al rischio di subsidenza, che le “considerazioni difensive” del WWF e del Comitato dei Cittadini “meritano di essere in linea di principio condivise. Il rischio considerato è infatti talmente consistente, per la vastità del territorio e della popolazione che ne subirebbe le ripercussioni (si paventa infatti il possibile cedimento della diga descritta come tra le più estese d’Europa, posta a monte della valle del fiume Sangro densamente popolata e industrializzata) da giustificare l’invocazione del principio di precauzione”.
Herbert Simone, legale del WWF ha dichiarato: “Il TAR ha accolto il ricorso perché il Comitato CCR VIA ha reso una motivazione troppo superficiale e stringata, che non controbatte gli studi della Forest. In particolare il Giudice Amministrativo ha ritenuto espressamente degne di attenzione le deduzioni difensive del WWF e del Comitato in ordine ai limiti metodologici e alla inidoneità previsionale degli studi presentati da Forest, ma allo stesso tempo ha richiamato la nota regola per cui non si può integrare in giudizio la motivazione insufficiente del provvedimento amministrativo”.
Il Delegato Regionale Luciano Di Tizio ha commentato: “La sentenza non consente di realizzare il progetto della Forest che continueremo ad avversare in ogni sede, ma impone alla Regione di rinnovare integralmente il procedimento di valutazione di impatto ambientale e di esprimersi in ordine agli studi della Forest e a quelli, opposti, del WWF e del Comitato Gestione Partecipata del Territorio. Confidiamo che il parere negativo venga confermato con una motivazione “a prova di bomba” e che la nuova Amministrazione Regionale ponga mano al dolente argomento della gestione del Comitato CCR-VIA: i cittadini non possono rischiare che progetti così devastanti vengano approvati solo a causa delle gravissime disfunzioni organizzative del Comitato”.
Laconico il commento di Fabrizia Arduini, responsabile idrocarburi per il WWF Abruzzo: “Nulla di nuovo sotto il sole, purtroppo, sul funzionamento del Comitato VIA. La battaglia tuttavia continua e il WWF non si tirerà certo indietro”.