A lanciare l’allarme sui numeri della crisi occupazionale causata dalla ristrutturazione della Honda Italia in Val di Sangro è il segretario provinciale della Uilm Chieti, Nicola Manzi, che parla di una perdita netta di ben 700 posti di lavoro in soli 4 anni. “Le 20 aziende legate alla Honda Italia – sostiene – pagano così il loro tributo occupazionale alla crisi europea del mercato delle due ruote; si stanno esaurendo gli ammortizzatori sociali e il lavoro è a rischio per altri 800 lavoratori. Per l’indotto storico di ‘mamma Honda’ sono finiti gli anni d’oro dell’alta produzione e della crescita continua all’ombra del colosso giapponese”.
A esempio Manzi porta la Progetto Logistico di Casoli, nata dal fallimento della Verlicchi Bologna, identificata dal segretario come caso emblematico della situazione che si sta creando intorno al nuovo corso della casa motoristica giapponese. “Questa azienda – spiega – occupa 65 dipendenti di cui il 50 per cento lavora esclusivamente commesse della Honda: tra le maestranze la preoccupazione è alta, la direzione da tempo ha denunciato forti difficoltà a mantenere l’occupazione e ha più volte annunciato un taglio occupazionale di circa l’80 per cento della forza lavoro”.
Per la Uilm “è prioritario fermare questo tracollo occupazionale, la Honda deve rispettare gli impegni assunti a fine 2012 presso il ministero dello Sviluppo economico dando con celerità al nostro territorio la possibilità di acquisire nuove commesse dalla galassia Honda”.
Nell’ottica di Manzi, è necessario superare quelli che il segretario chiama “i vecchi schemi di politica industriale che per quarant’ anni hanno accompagnato le aziende dell’indotto Honda ed aprire il territorio a nuove opportunità di competizione internazionale. Per la Uilm è urgente assicurare un futuro ai lavoratori che nel corso di questi anni, con professionalità ed esperienza, hanno contribuito allo sviluppo dell’unico stabilimento europeo che produce moto Honda. Infine, auspichiamo una accelerazione dell’iter burocratico al ministero affinchè, a seguito dell’intesa raggiunta ad ottobre scorso tra la Regione Abruzzo, la direzione Honda e le sigle sindacali regionali, sia riconosciuta alla Honda la condizione di crisi complessa e venga così concesso dallo Stato il sostegno economico necessario per rivitalizzare e rilanciare la filiera del motociclo”.