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Meno ospedale e più territorio: nell’atto aziendale 2013 una nuova sfida per la Asl di Lanciano-Vasto-Chieti

Chieti. Più territorio e meno ospedale: questo il dato di novità più rilevante contenuto nella delibera di aggiornamento dell’atto aziendale adottata dalla Asl Lanciano-Vasto-Chieti.

Il documento, scaturito dalla necessità di adeguare la dotazione di unità operative ai parametri standard individuati nel 2012 dal Comitato per i Livelli essenziali di assistenza, traccia un orientamento nuovo nelle attività assistenziali perché sposta fuori dalle corsie alcune attività tradizionalmente ospedaliere. E’ infatti l’area territoriale a essere privilegiata nelle scelte aziendali, in linea con la nuova normativa che a essa riserva maggiori spazi di manovra, perché la cura, superata la fase acuta della malattia, non trova ormai più nella degenza la risposta più efficace e appropriata.

Assumono quindi una vocazione territoriale le unità operative complesse di Oculistica, Dialisi, Endocrinologia, Geriatria, Servizio trasfusionale, Genetica e Radiognostica, le cui attività saranno sensibilmente più sviluppate nell’ambito dei distretti.

«Questa nuova caratterizzazione data ad alcune strutture – sottolinea il direttore generale della Asl, Francesco Zavattaro – rappresenta un’occasione importante per sviluppare una formula assistenziale diversa e sicuramente gradita agli utenti, perché accorcia le distanze con i servizi e li pone a portata di mano, nel luogo più prossimo al domicilio del paziente. E’ un’opportunità per la nostra Azienda di investire su linee di produzione le cui potenzialità sono ancora inespresse, e che invece possono contribuire in modo significativo a migliorare l’offerta».

Anche nell’area ospedaliera, comunque,  ci saranno novità: è il caso, per esempio, del nuovo approccio al politrauma che sarà sviluppato all’ospedale di Chieti, grazie anche al coinvolgimento degli specialisti in chirurgia maxillo-facciale e neurochirurgia del “Renzetti” di Lanciano.

L’atto aziendale (consultabile accedendo dalla home page del sito Internet www.asl2abruzzo.it o direttamente all’indirizzo www.info.asl2abruzzo.it/azienda/atto-aziendale.html) fissa a 105 il numero di unità operative complesse, di cui 64 sanitarie ospedaliere e 41 non ospedaliere, una suddivisione che rispecchia fedelmente il nuovo orientamento e segna una leggera restrizione sul fronte ospedaliero e una crescita su quello territoriale. Si attestano, inoltre, a 93 le unità operative semplici e a 45 quelle semplici a valenza dipartimentale. Il documento è stato anche illustrato ieri pomeriggio al Presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, nel corso di un incontro che lo stesso ha definito «proficuo e di grande interesse».

Ma la riclassificazione delle attività non è l’unica novità della Asl, che punta anche all’innovazione organizzativa e alla valorizzazione delle professionalità.

L’obiettivo è consolidare un processo di cambiamento che sia funzionale alle esigenze di riorganizzazione delle attività attraverso progetti innovativi e criteri di graduazione degli incarichi basati sulla promozione delle diverse professionalità.

Sul fronte dell’attribuzione degli incarichi professionali, è stato seguito il criterio della  massima valorizzazione delle specialità, che ha prodotto una griglia di cinque fasce: incarichi a valenza di direttore di struttura complessa (fascia A), responsabile di struttura semplice dipartimentale, responsabile di struttura semplice, incarichi di tipo professionale ad alta e media specializzazione, incarichi qualificati e di base.

Si segue un nuovo percorso, dunque, che attraverso lo sviluppo professionale sappia creare una nuova identità aziendale, per approdare all’obiettivo più generale di crescita e modernizzazione di una Asl che guarda al futuro, ora che può dirsi conclusa la fase di integrazione delle due ex aziende e reingegnerizzazione dei processi.
I progetti speciali di innovazione, inoltre, mirano a riorganizzare le attività sanitarie secondo il criterio di ciò che serve all’Unità operativa per crescere e sviluppare se stessa e l’attività del Dipartimento di appartenenza, oltre a creare nuovi stimoli per le diverse professionalità.Attivazione delle aree differenziate per intensità di cura nel Dipartimento medico e in quello chirurgico, rete integrata per la neuropsichiatria infantile, omogeneità di servizi per mamma e bambino all’interno del percorso nascita, sviluppo del triage avanzato per la selezione dell’urgenza al Pronto Soccorso: sono solo alcuni esempi delle iniziative messe in campo nell’ambito dei progetti, per ognuno dei quali è stato indicato un responsabile che ogni mese sarà chiamato a riferire sulle azioni intraprese e su eventuali difficoltà di realizzazione.