Secondo quanto emerso nel corso delle indagini svolte dalla Digos della Questura di Chieti, coordinate da sostituti procuratori Giuseppe Falasca e Rosangela Di Stefano e supportate da intercettazioni telefoniche, Angelini, avvalendosi della collaborazione di Ceracchi, avrebbe sequestrato un dipendente di Villa Pini utilizzando un veicolo in suo possesso.
La presunta vittima, immobilizzata con un laccio al collo e tenuta sotto minaccia di un coltello, sarebbe stata costretta a rimanere a bordo dell’auto per un notevole lasso di tempo sottoposta a minacce e lesioni. Sempre con la collaborazione di Ceracchi, Angelini avrebbe intimato alla vittima, minacciandola di morte, di consegnargli entro breve termine la somma di 750 mila euro, oltre alla la restituzione di quadri d’arte e monili in oro. Entrambi gli indagati, nel corso delle indagini, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.