La Polizia Giudiziaria procedente, una volta effettuato le specifiche attività finalizzate a riscontrare le diverse ipotesi investigative venute fuori subito dopo il grave fatto di sangue, nelle indagini ha focalizzato l’attenzione sull’indagato già dalla sera dello scorso 31 luglio, quando la moglie dello stesso indagato ha presentato presso la stazione dei Carabinieri di Casalbordino una denuncia di allontanamento volontario del coniuge dalle 6.30 del 30 luglio, mentre nella tarda serata del 31 luglio T. F., rientrato volontariamente nella propria abitazione, si è presentato alla stazione dei Carabinieri dicendo di essersi allontanato per dissapori familiari e di essersi recato al nord Italia presso conoscenti con la propria automobile. Il giorno successivo, T. F., dopo aver dato una prima ammissione ai militari, ha fornito un’ampia e dettagliata confessione, nel corso dell’interrogatorio, al Sostituto Procuratore della Repubblica di Vasto, procedente, dott. Giancarlo Ciani, alla presenza del legale di fiducia. T. F. ha riferito che nella tarda serata del 29 luglio, trovandosi a caccia di frodo al cinghiale nel podere della famiglia Di Tullio, aveva esploso un colpo di fucile calibro 12 all’indirizzo di quello che riteneva essere un cinghiale. Resosi conto dell’errore, colto dal panico, si era dato alla fuga rifugiandosi nella propria abitazione dalla quale si era allontanato la mattina successiva. Su disposizione del PM, sono stati sottoposti a sequestro tre fucili da caccia calibro 12 e numerose munizioni dello stesso calibro di proprietà dell’indagato, al fine degli opportuni accertamenti tecnici con un bossolo di cartuccia calibro 12 rinvenuto e repertato sul luogo del delitto.