Nella mattinata di ieri i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Chieti, hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP del Tribunale di Pescara, Luca De Ninis, nei confronti di soggetti italiani ed albanesi dediti al traffico ed allo spaccio di droga.
I militari della Guardia di Finanza sono partiti da accertamenti operati nei confronti di alcuni ragazzi di Francavilla al Mare notoriamente noti come consumatori e “pusher” della zona del litorale teatino.
La successiva attività investigativa ha permesso di accertare che gli stessi venivano coadiuvati da altre persone che avevano diretti contatti con pregiudicati residenti nel pescarese.
In particolare, le indagini hanno permesso di individuare due distinti sodalizi criminali, uno composto prevalentemente da cittadini italiani operanti tra Francavilla al Mare e Pescara ed un altro composto da albanesi. Questi ultimi erano in diretto contatto con narcotrafficanti in stanza a Milano, Firenze ed in Albania i quali provvedevano a gestire l’intero narcotraffico destinato in Abruzzo lasciando in una posizione subordinata il gruppo riferito agli italiani.
Colui che gestiva la zona pescarese era un trentenne albanese J.O., il quale aveva diretti contatti con i suoi connazionali residenti a Milano che erano i “canali di collegamento” con coloro che materialmente detenevano grosse quantità di droga. Il referente principale di Milano, altro albanese, era tale L.S. di 45 anni, pluripregiudicato, che manteneva i contatti con i vari corrieri.
Ogni qual volta l’albanese aveva necessità di reperire droga da cedere a sua volta ai vari trafficanti della zona di Pescara, contattava L.S. il quale si avvaleva di volta in volta di corrieri diversi che utilizzavano i mezzi di trasporto più disparati, da treni locali ad autovetture a noleggio.
Proprio in una di queste circostanze è stato intercettato un carico di circa tre chilogrammi di eroina che giungeva a Pescara in treno.
In un’altra occasione, i militari del Nucleo facevano irruzione in un appartamento di Montesilvano ove sequestravano altri sei chili di droga oltre ad una pistola calibro 22 con matricola abrasa e relative munizioni.
Come già detto, nell’organizzazione, i cittadini italiani risultavano in una posizione subalterna rispetto agli albanesi, in quanto erano semplici “pusher” che si rifornivano costantemente da questi ultimi.
E’ proprio grazie al gruppo degli italiani, che veniva dato il nome all’intera operazione, in quanto gli stessi utilizzavano il sistema di comunicazione informatico denominato appunto “Messenger”, utilizzando delle terminologie in codice.
Nel corso delle indagini è stato anche possibile rintracciare un latitante di etnia albanese che si nascondeva in un appartamento in pieno centro di Pescara, il quale, alla vista dei militari ha cercato anche di fuggire senza però riuscirvi.
L’articolata attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica di Pescara, nella persona del Dott. Gennaro Varone, compendiata in una corposa informativa, ha consentito di far luce sull’intera organizzazione criminosa e portare il GIP del Tribunale di Pescara ad emettere le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 11 persone, di cui 5 in carcere e 6 agli arresti domiciliari.
I dati dell’intera operazione “Messenger”, protrattasi per oltre un anno, sono i seguenti:
nr. 15 persone arrestate;
nr. 8 persone denunciate a piede libero;
nr. 7 persone segnalate ai competenti Uffici Territoriali del Governo;
KG. 7,0 di eroina sequestrati;
KG. 3,3 di marijuana ed hashish sequestrati;
svariate dosi di cocaina ed ecstasy sequestrati;
nr. 1 pistola calibro 22 con munizioni sequestrata.