Chieti. Il WWF ha indirizzato ieri, con posta elettronica certificata, una diffida alla Regione Abruzzo per invitarla, in autotutela, a revocare le nomine per la Commissione d’esame per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio venatorio della Provincia di Chieti, effettuate nel gennaio scorso.
Nel testo, inviato al direttore del Dipartimento regionale competente (Politiche dello Sviluppo Rurale e della Pesca) e anche all’assessore Dino Pepe e al presidente Luciano D’Alfonso, il WWF ricorda che la Legge nazionale n. 157/1992, “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, all’art. 22, stabilisce che la Commissione per l’abilitazione all’esercizio venatorio, nominata dalle Regioni in ciascun capoluogo di provincia, debba essere composta da esperti nelle seguenti materie: legislazione venatoria; zoologia applicata alla caccia con prove pratiche di riconoscimento delle specie cacciabili; armi e munizioni da caccia e relativa legislazione; tutela della natura e principi di salvaguardia della produzione agricola; norme di pronto soccorso.
La stessa legge impone che nella Commissione debba esserci almeno un componente laureato in scienze biologiche o in scienze naturali esperto in vertebrati omeotermi, quelli volgarmente detti “a sangue caldo”. Alle Regioni, ai sensi del comma 4 del medesimo art. 22, spetta esclusivamente il compito di stabilire le modalità per lo svolgimento degli esami. La Legge regionale n. 10/2004, agli artt. 22 e 24, infatti, precisa solo ulteriori dettagli sulle modalità di nomina delle commissioni, sul loro operare e sullo svolgimento degli esami. La Regione del resto non potrebbe mai derogare, come in più occasioni confermato dalla Corte costituzionale, agli standard minimi di tutela garantiti dalla Legge nazionale. Di conseguenza nelle Commissioni provinciali per l’abilitazione all’esercizio venatorio è obbligatorio nominare almeno un laureato in scienze biologiche o in scienze naturali. Se non si provvede in tal senso ne derivano, per la commissione stessa, gravi e insanabili conseguenze giuridiche di illegittimità.
Ebbene nella DGR n. 21 del 26 gennaio 2017 è stata istituita la Commissione per la provincia di Chieti che non annovera, fra i componenti effettivi, alcun membro che possegga i requisiti richiesti dalla legge quadro nazionale. Non solo: la materia “zoologia applicata alla caccia” risulta essere assegnata a componenti che non posseggono formazione specifica per titoli legittimamente riconoscibili. La Commissione è stata dunque nominata in palese violazione di legge con uno standard minimo di tutela nel controllo del possesso dei requisiti per l’abilitazione all’esercizio venatorio inferiore al livello imposto dallo Stato.
Il WWF ha per questo inviato una propria diffida alla Regione Abruzzo invitandola a ripristinare la legittima competenza e la corretta composizione della Commissione provinciale di Chieti. Operazione possibile e auspicabile, con il ricorso alle forme dell’autotutela, senza costringere l’associazione a rivolgersi alla magistratura con un ricorso che avrebbe un esito scontato, per l’ennesima volta sfavorevole per la Regione Abruzzo che in tema di caccia sembra assurdamente far fatica a muoversi nel pieno rispetto di norme di legge e sentenze.