Dallo scorso novembre è in funzione una “scuola speciale” nei nuovi locali di Voci di Dentro, dove, con il via libera del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, del Magistrato di Sorveglianza Dottoressa Maria Rosaria Parruti, della Direzione della Uepe (Ufficio Esecuzione Penale Esterna), cinque detenuti ai quali è stato concesso il regime di articolo 21, oltre a un detenuto agli arresti domiciliari, partecipano ai corsi per apprendere l’uso del computer, applicazioni web, tecniche di scrittura, cultura generale.
“Il gravissimo problema del sovraffollamento – ha spiegato il presidente dell’associazione Voci di Dentro, Francesco Lo Piccolo – non diventa una tragedia immane solo grazie al lavoro e alla dedizione della polizia penitenziaria, degli educatori, delle direzioni delle carceri e delle associazioni di volontariato come quella che io rappresento. A nome di Voci di Dentro e dei detenuti, ringrazio pertanto tutti coloro, enti e privati, che hanno contribuito finanziando questo progetto che offre a un gruppo di detenuti un’occasione di studio e in prospettiva di inserimento praticando il principio costituzionale che la pena deve tendere alla rieducazione, ovvero una chance per evitare la cosiddetta porta girevole e il rientro in carcere per mancanza di opportunità, capacità, lavoro, formazione.”.