Grazie al progetto Junior Project Officer del Cuamm, dedicato agli specializzandi, potrà passare sei mesi della propria formazione in un ospedale africano, al fianco di un tutor esperto, per imparare a lavorare in contesti a risorse limitate.
Per Raffaella Marino, Wolisso è un luogo già conosciuto: nello stesso ospedale è stata in passato, all’interno del Wolisso Project, dedicato agli studenti di medicina. Raffaella è stata con lo stesso progetto anche in Tanzania, sempre in un ospedale del Cuamm.
“La mia partenza per Wolisso – spiega – è tecnicamente un ritorno: ne sono entusiasta, perché l’ho sempre desiderato. Le esperienze fatte in Africa con il Cuamm mi hanno dato la carica, una spinta decisiva per andare avanti nel mio percorso di formazione.
È un grande dono stare in Africa, io ne ho bisogno, mi piace il fatto che con il proprio lavoro si possa entrare davvero in sintonia con le persone.
Mi sorprende anche a volte che, nonostante le differenze, i pazienti mi lascino occuparsi di loro, che si fidino. Per me Wolisso ha un valore particolare: se oggi so che mi piace occuparmi dei neonati è perché lì per la prima volta ho avuto l’occasione di stare in sala parto. Una grande emozione che non dimenticherò mai”.
Nell’ospedale di Wolisso è attivo il progetto ‘Prima le mamme e i bambini, 1.000 di questi giorni’, teso a garantire l’ assistenza sanitaria alle donne per tutto il corso della gravidanza, al momento del parto e per i primi due anni di vita del bambino.
L’esperienza del medico chietino rinforza il rapporto tra Medici con l’Africa Cuamm e l’Abruzzo, dove è attivo il gruppo di appoggio Medici con l’Africa Cuamm Abruzzo – Chieti.