Alcuni mesi or sono erano stati presentati i dati relativi al primo periodo. Ora viene divulgato lo studio completo relativo all’intero arco dell’anno. La ricerca, infatti, si è basata su un campionamento avvenuto attraverso l’uso di particolari campionatori passivi installati in due punti diversi di Chieti Scalo. L’Università di Siena, con il team di ricerca coordinato dalla dott.ssa Carla Pozo, ha provveduto ad un’analisi per trimestri per contaminanti accumulati nei filtri posti nei campionatori. Questa tecnica si sta diffondendo sempre di più perchè poco costosa rispetto alle normali centraline che, peraltro, non offrono solitamente la possibilità di ricercare un ampio spettro di contaminanti. Lo studio ha confermato la presenza di ben 32 contaminanti su 59 sostanze a vario titolo pericolose per la salute che sono state cercate. In periodi diversi hanno raggiunto concentrazioni elevate sostanze o gruppi di sostanze che hanno gravi effetti sull’uomo. In particolare nel terzo e quarto trimestre sono state rilevate alte concentrazioni dei pericolosi Policlorobifenili (PCB), sostanze che si bioaccumulano progressivamente con il picco massimo di 1.600 picogrammi/mc nel terzo periodo di campionamento. Sempre nel terzo periodo, corrisondente all’estate 2010, sono state rilevate alte concentrazioni di un insetticida, il Clorpirifos, recentemente proibito dall’Agenzia americana per l’Ambiente per tutti gli impieghi non agricoli perchè può provocare iper-eccitazione del sistema nervoso in particolare nei bambini. Nel primo periodo di campionamento sono stati registrati picchi elevati di Idrocarburi Policlitici Aromatici (fino a 35.000 picogrammi/mc). Valori marcatamente più bassi sono stati registrati nei periodi 2 e 3, con un successivo e leggero aumento nel quarto periodo. La concentrazione media annuale registrata a Chieti Scalo per questo gruppo di inquinanti è simile a quella di alcune zone di Bari e di Taranto. Grazie alla prosecuzione dell’indagine oltre il primo periodo, si è potuta confermare la presenza in 5 campioni su 8 (relativi, come detto, a 4 periodi per 2 siti) di un pesticida bandito dal commercio, l’esaclorocicloesano (più noto come Lindano). La concentrazione è risultata molto elevata nel primo periodo, ma la sua presenza, in concentrazioni comunque rilevanti (almeno in una delle due stazioni), si è protratta anche nel secondo e terzo periodo.
“Come avevamo promesso – ha dichiarato il presidente del WWF di Chieti, Nicoletta Di Francesco – nonostante le nostre limitare risorse abbiamo portato a termine quello che amministratori e politici non hanno realizzato nonostante esistano da oltre 15 anni precisi obblighi di legge posti a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Per i vari incendi che si sono ripetuti a Chieti Scalo abbiamo chiesto un monitoraggio sanitario della popolazione che non è avvenuto, quando bastava procedere ad alcune analisi del sangue per cercare composti emessi durante gli incendi. Le norme comunitarie, peraltro, prevedono un monitoraggio dell’aria per l’intero arco dell’anno. Alcuni mesi fa siamo arrivati a diffidare la Regione per le gravissime inadempienze circa l’applicazione del Piano della Qualità dell’Aria approvato nel 2007 dalla stessa Regione. Un Piano che è peraltro estremamente lacunoso. Nonostante ciò la Regione continua ad autorizzare impianti produttivi e grandi attività commerciali che emettono inquinanti dai camini e portano traffico nella Val Pescara, aggravando la situazione già palesemente compromessa”.
“Noi cittadini di Chieti Scalo – ha continuato la portavoce del Comitato Villablocc di Chieti Scalo, Paola Olivo – viviamo una situazione insopportabile che non può continuare. Quello che da anni chiediamo è di aver rispettato il nostro diritto e vivere in ambienti salubri e non in condizioni che potrebbero mettere a grave rischio la nostra salute. Ci rivolgiamo al sindaco, visto che è la massima autorità sanitaria, affinchè prenda i giusti provvedimenti richiesti dalla situazione. Ci appelliamo inoltre al senso di responsabilità di quei funzionari ed amministratori che fino ad oggi in maniera evidente non hanno assolto pienamente ai loro obblighi. Siamo giunti al punto in cui le associazioni devono sostituirsi completamente agli apparati preposti alla tutela del cittadino, quindi siamo pronti a manifestare presso gli uffici comunali, provinciali e regionali e presso le sedi istituzionali che chiarire le responsabilità di tanta inefficienza”.
Francesco Rapino