Non sfugge all’accertamento Simona Petaccia, presidente della “Diritti diretti” onlus, chietina di nascita e ivi residente, già dichiarata “invalida al 100 per cento con gravità e senza revisione” dalla nascita – 40 anni fa – per una patologia congenita. “Ci ritroviamo a dover affrontare la stessa prassi – dichiara Simona Petaccia – con la speranza che quest’ultima verifica serva a scoprire davvero i falsi invalidi e contestualmente a mandare in galera i medici delle commissioni che negli anni precedenti hanno certificato il falso”. Lo sfogo della presidente dopo essersi recata l’11 ottobre alla prima visita della Asl, dove si è presentata sulla carrozzina, mezzo che gli consente di deambulare da quanto è nata, e dopo le domande di rito sulla capacità a compiere gesti quotidiani è stata rimandata alla visita dell’Inps. Il 28 ottobre i due medici della commissione Inps, dopo averla vista, si sono sentiti a disagio. “Ricordo gli sguardi ma comprendo anche che stanno facendo il loro lavoro – continua Simona Petaccia – per questo ho accettato di buon grado l’esame con lo stetofonendoscopio, teso a rilevare eventuali problemi di cuore o respiratori, patologie che difficilmente avrebbero potuto aggravare il 100 per cento già certificato, documentato e rilevato dai i loro occhi. Oltre al fatto che lo strumento non fornisce certezze mediche sulle patologie stesse e non nono stati richiesti ulteriori esami”. Lo spostamento, le file e i posti a sedere che nelle sale di attesa bastavano per 15 persone su 30. Tutti i chiamati a visita avevano appuntamento per le ore 9, con inevitabile protrarsi dell’attesa che per alcuni ha superato le ore 13. “Negli anni precedenti sono stata sottoposta a intervento chirurgico in un ospedale del nord Italia – aggiunge Simona Petaccia – con esborso a carico della Asl Abruzzese. Posso solo pensare che nel corso degli anni si sia persa traccia di questa documentazione, altrimenti sarebbe stato facile ricostruire il caso e come il mio molti altri. I controlli sono stabiliti da una circolare del Ministero – conclude Simona Petaccia – ma la stessa circolare non tiene conto del fatto che si tratta dell’ennesimo spreco di denaro pubblico per pagare le commissioni mediche, soprattutto se sono chiamate a valutare nuovamente casi già accertati e più volte certificati da diverse omissioni”. In seguito a queste nuove visite i rapporti medici saranno inviati al Ministero della salute, che provvederà a emettere un “documento” attestante l’invalidità.