Cirsu chiederà la messa in liquidazione di Sogesa. Il nuovo capitolo nel braccio di ferro tra pubblico e privato si è aperto ieri sera, nel corso dell’assemblea dei soci del consorzio. Un passo ufficiale, dunque, dopo le prese di posizione verbali dei mesi passati. La mossa è stata votata all’unanimità dai sindaci, anche se era assente Roseto, ufficialmente perchè Franco Di Bonaventura era a Roma.
La decisione, spiegano dal Cirsu, è stata presa a seguito del parere dell’Agcom arrivata a fine marzo, parere che aveva di fatto disarticolato i legami del circuito Cirsu. Se Sogesa era il braccio operativo del consorzio, questo il ragionamento, questa non avrebbe più motivo di esistere nel momento in cui Cirsu si è visto dichiarare nulli i contratti di affidamento da parte dei comuni. Di tutt’altro avviso Sogesa, secondo la quale il garante non avrebbe affatto dichiarato decaduta la società. Quel che è certo, comunque, è che ormai il braccio di ferro tra pubblico e privato nel prossimo futuro avrà sempre più a che fare con giudici e avvocati. Sul tavolo c’è infatti l’istanza di fallimento presentata da Sogesa nei confronti di Cirsu, che verrà discussa al tribunale di Atri il 31 maggio prossimo, più i ricorsi al Tar che la società indirettamente partecipata da Deco ha presentato contro gli affidamenti a ditte esterne fatti da Mosciano, Morro D’Oro e Notaresco. Una questione ingarbugliata come poche, dove in ballo, oltre alla sorte delle decine di operai, ci sono il polo tecnologico e la discarica che dovrebbero servire l’intera provincia di Teramo. Intanto, alcuni boatos affermano che dopo le elezioni amministrative il Pd provinciale potrebbe esprimersi pubblicamente sulla vicenda, e potrebbe anche chiedere le dimissioni dell’attuale presidente di Sogesa Gabriele Di Pietro.
Tutto rinviato a Roma, nel frattempo, per il discorso cassa integrazione che dovrebbe riguardare circa novanta lavoratori di Sogesa. Nei prossimi giorni sarà infatti fissato l’incontro al Ministero delle Attività Produttive, dove sul tavolo ci sarà la richiesta di Cig per “paventata cessazione della società”. “Faremo di tutto per tutelare i lavoratori – afferma Domenico Daniele del sindacato aziendale – e per difendere il loro Tfr e tutte le somme dovute e arretrate”. “Saremo pronti ad ogni azione perchè neanche un solo centesimo di quanto dovuto agli operai vada perso”, continua Daniele.
Intanto non si spengono le polemiche tra Sogesa e i tre comuni che nelle settimane scorse hanno affidato a ditte esterne la raccolta dei loro rifiuti. Una polemica che ieri nel corso dell’assemblea ha visto anche momenti molto accesi e nata dopo l’offerta fatta da Sogesa a Bellante, che in effetti ha deciso di riaffidare il servizio proprio alla società. “Perchè Sogesa ha chiesto a Bellante poco più di 16 mila euro mensili, mentre per il mio paese, che ha la metà degli abitanti, ne ha chiesti 18 mila?”, chiede Mario De Sanctis, sindaco di Morro D’Oro che parla esplicitamente di “servizio sottocosto”. “Perchè nella richiesta fatta a noi c’erano alcune condizioni sul contratto mentre per Bellante no? – continua – O prima era un bluff oppure ora si sta facendo un danno alla società”. “Nessun servizio sottocosto – ha replicato l’ad di Sogesa Gianni Marchetti – abbiamo solo commisurato l’offerta ai servizi che gli altri comuni ci hanno richiesto, e abbiamo avuto economie dovendo servire meno comuni”.