Pescara. Entro il 13 maggio la società incaricata dal Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche di eseguire le nuove caratterizzazioni del materiale depositato sui fondali del porto canale di Pescara, consegnerà i risultati dei campionamenti. Questi saranno poi trasmessi all’Arta e alla Regione Abruzzo per il rilascio delle autorizzazioni di Via per il successivo quantitativo di 10mila metri cubi di sabbia da dragare, per completare l’appalto finanziato dal Ministero per 1milione 900mila euro.
Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia al termine dell’incontro che si è svolto oggi in Prefettura sull’emergenza dragaggio. Presenti, tra gli altri, il direttore dell’Arta Mario Amicone, affiancato da tre responsabili dell’Agenzia, il viceprefetto De Vivo, i rappresentanti di Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato e Questura, l’ingegner Luigi Minenza, responsabile unico del Procedimento del dragaggio per conto del Provveditorato, i funzionari della Regione Abruzzo, Luca Nicolaj, titolare dell’impresa che sta realizzando l’intervento e, in rappresentanza della marineria, Francesco Scordella.
“La nuova riunione della cabina istituzionale di verifica” ha detto il sindaco “ci ha consentito di fissare un nuovo step nella difficile e complicata vicenda relativa alla seconda tranche del dragaggio del porto canale di Pescara. Il nostro obiettivo deve essere quello di garantire la continuità delle operazioni di dragaggio sino al completamento dei 19mila metri cubi di fanghi complessivi, senza determinare l’interruzione, neanche per un giorno, del processo di lavorazione del materiale attraverso il mulino portato dal Belgio e installato sul molo di levante”.
Non basta. “Appena ieri” ha detto Albore Mascia “il Ministero alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici ha inviato una nota in cui ha chiesto all’Arta di effettuare la caratterizzazione dei sedimenti anche all’altezza del passo di accesso al porto canale, dunque all’imboccatura, dovendo ipotizzare un intervento anche in quel punto al fine di garantire la navigabilità dell’imboccatura stessa, un’esigenza manifestata direttamente dalla Direzione Marittima con una nota inviata qualche giorno prima. L’obiettivo dovrà essere, anche in quel caso, approfondire il fondale di almeno un metro”.
In merito alla manifestazione odierna della marineria, con Scordella che si sarebbe calato in acqua per dimostrare l’insabbiamento dei fondali, “comprendiamo il disagio della nostra marineria” ha ribadito il primo cittadino “ma gli incontri odierni, che ai pescatori possono sembrare pura burocrazia, hanno l’unico fine di raggiungere un risultato chiaro: ripristinare nell’immediato le opportune misure di sicurezza nello scalo e, a medio termine, avviare lo sviluppo infrastrutturale del porto canale, avviando la realizzazione della darsena pescherecci-commerciale, che sarà inserita nell’intesa-quadro Stato Regione. La nostra volontà è quella di lottare accanto ai nostri operatori, come stiamo facendo sin dal primo giorno, senza strumentalizzare il loro disagio, per salvare il porto e garantirne piena funzionalità. Per tale ragione continueremo a lavorare, a riunirci, a studiare e a proporre soluzioni concrete”.
Le reazioni alla “passeggiata” in acqua. “Aver dimostrato che nel porto di Pescara si entra a piedi è la prova più clamorosa del fallimento del centrodestra abruzzese, che oggi governa tutto”. Lo afferma il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci, intervenendo sulla denuncia dell’armatore Francesco Scordella che ha dimostrato come nel porto pescarese si possa ormai entrare facilmente a piedi. “E’ il momento che Albore Mascia, Testa e Chiodi si guardino in faccia e chiedano scusa a Pescara ed all’Abruzzo per questa figura da pasticcioni” dice Paolucci, “e poi si rimbocchino le maniche per risolvere definitivamente la questione senza il solito teatrino degli annunci ai quali ormai non crede più nessuno”.