Caramanico passa a Sel, D’Alessandro (PD) un trucco per rielezione

camillo_dalessandroCaramanico e Melilla non rappresentano esattamente il nuovo che avanza nei volti, nei metodi, nel modo di fare. Più che altro mi sembra un goffo tentativo di applicare l’esproprio proletario di un seggio al consiglio regionale. Prima che io nascessi Caramanico e Melilla facevano già politica. Vorrei chiedere ai tanti giovani che hanno creduto nel progetto di Vendola se ora sono soddisfatti dal ricostituirsi della vecchia nomenclatura, questo volevano?  Quando Caramanico restituirà qualcosa prima di continuare a pretendere per se?” E’ durissimo il commento del capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro al passaggio di Franco Caramanico con Sinistra e Libertà, presentato oggi dal segretario regionale, Gianni Melilla.

“Chi se ne va non porta con se la verità, ma solo un calcolo personale che risponde a questa domanda: come posso prolungare la mia esistenza ? Dunque Caramanico – ha precisato D’Alessandro – non scomodi la categoria delle idee e delle idealità per giustificare la sua scelta.  Ad altri il beneficio del ripensamento può essere concesso, a lui no, perché già una volta aderì ad un altro partito per poi rientrare al PD ed oggi riuscire. La cosa più imbarazzante sono le giustificazioni che Caramanico cerca di dare ai suoi ex amici sostenendo, a seconda dell’interlocutore, che il gruppo regionale o il partito non lo abbia valorizzato. Solo qualche giorno fa ho convocato il gruppo del PD  durante il quale io e gli altri gli abbiamo chiesto se vi erano problemi di rapporti e di conduzione del gruppo. Lui tenne a precisare davanti a sei persone, i suoi colleghi, che il problema non era il lavoro nel gruppo ma altro non meglio specificato”.  Nella conferenza stampa di questa mattina Caramanico ha, invece, contestato le mosse del Pd, in particolare ha sottolineato “l’atteggiamento di condiscendenza” nei confronti dell’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, “uomo forte di turno che, dall’alto delle sue ambizioni, prende decisioni sulle scelte politiche, sulla coalizione e sulle candidature”. Respinta la possibilità di accordo elettorale con Fli e Udc con candidato presidente Daniele Toto, come proposto da D’Alfonso. Critiche all’utilizzo del Pd delle primarie e ha definto l’esperienza in consiglio regionale positiva ma si è sentito “un giocatore in panchina in attesa del campionato. Commentando le dichiarazioni di Paolucci, Caramanico ha osservato che “la sua uscita è una caduta di stile. Mi sarei aspettato una risposta concreta  e invece ha preferito l’attacco personale. Il discorso da fare oggi non è tanto quello di Caramanico che abbandona il Pd ma del Pd che ha abbandonato gli elettori di sinistra. La mia scelta è coerente con quello che ho fatto in passato e legata al fatto che il Pd di oggi non guarda a sinistra”.
D’Alessandro, sulla scia del segretario regionale del Pd, chiede le dimissioni da consigliere regionale, precisando che “Cramanico è quello che dal Gruppo del PD ha avuto di più ricoprendo contemporaneamente l’incarico  di vicepresidente della Quarta Commissione e di componente del CRAM (consiglio regionale Abruzzesi nel Mondo). Altro che panchina. Chieda scusa più che altro. E’ evidente che si pone il tema di come si selezione la classe dirigente: io ho una idea inclusiva del partito, chi se ne va può sempre rientrare, ma non può avere il diritto al tappeto rosso, si rimette in fila e non certo viene premiato con l’elezione al consiglio regionale. Racconterò la verità a tutti a partire da Guardiagrele dove farò un comizio in piazza”.

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