Due territori simili, una popolazione residente che non si discosta poi molto, ma presenze turistiche quasi il doppio.
La regione Marche supera l’Abruzzo perché se un turista sceglie di trascorrere le proprie vacanze nel territorio abruzzese, altri due preferiscono invece quello marchigiano.
E’ quanto emerge da uno studio eseguito dal professor Archimede Forcellese, docente all’Università di Ancona, consulente del Comune di Giulianova e già assessore al turismo nella prima Giunta Mastromauro, che ha preso a riferimento i dati del 2017 che confermano la costante crescita delle Marche sotto il profilo turistico: oltre 11 milioni di presenze, contro i 6milioni e 250mila.
Abruzzo fermo al palo, anche se i 42 chilometri di costa teramana racchiudono oltre il 50 per cento di presenze dell’intera nostra regione. Appare quindi evidente che è necessaria un’inversione di rotta.
Serve una politica diversa, a cominciare dalla valorizzazione del territorio, delle sue peculiarità. Creare nuove sinergie, portare insomma il turista a far conoscere le bellezze che l’Abruzzo vanta. Ed è questa la convinzione del professor Forcellese.
C’è anche la questione legata alla qualità delle acque. I fiumi abruzzesi inquinano. Il fiume Tordino deve fare i conti con la presenza di scarichi abusivi, oltre a quelli già censiti. Turismo e qualità delle acque devono viaggiare di pari passo. E il primo intervento da fare è quello di riuscire a smascherare chi inquina e attenta alla salute dell’ambiente.