La prima volta è avvenuto alla stazione di Pineto, il 14 luglio (Regionale 23933 di Ferrovia Adriatico Sangritana delle 16,45), e la seconda volta a Fossacesia, il 2 agosto (Regionale 23924 di Ferrovia Adriatico Sangritana delle 15,17). Il motivo? La mia era la terza bicicletta e per “ragioni aziendali”, come mi ha fatto presente la capotreno, più di due biciclette per ogni convoglio, ovvero più del numero di stalli presenti, non possono essere trasportate. La capotreno ha applicato il regolamento. Ma molti colleghi non lo applicano facendo salire 5, 15, 25 biciclette! La Regione stessa, in più di una conferenza stampa indetta congiuntamente con Trenitalia o con TUA, ha promosso e tuttora sostiene il turismo in bicicletta auspicando sempre più trasferte treno più bici, sia come forma di svago e turismo, che per andare al lavoro (bike to work).
Chi ha ragione? Qual è, allora, la politica aziendale da tenere in considerazione? Quella della capotreno, più stringente, oppure quella dei colleghi di manica più larga, o quella dichiarata pubblicamente per sostenere il Cicloturismo e gli spostamenti casa lavoro? Perché le tre cose così come sono messe non stanno insieme. Se vale l’ultima, allora bisogna aumentare gli stalli sui treni, ma non di uno o due, ma di 20! Perché se si sparge la voce che la cosa funziona, la domanda aumenterà e forse neanche 20 in più basteranno. A tal proposito è paradossale poi il fatto che il treno dell’andata, il Trabocchi Line 12119 delle 7,17 da Francavilla, montasse un solo stallo invece che due, rimanendo del secondo solo il segno dell’imbullonatura al pavimento.
Fatta presente la cosa al Capotreno, mi ha suggerito di segnalarla alla Direzione Generale! Per tornare a casa ho impiegato un’ora e tre quarti per 35 km, non potendo aspettare due ore per il treno successivo. Faranno la stessa cosa faranno turisti e lavoratori che si troveranno ad avere quella bicicletta in più che sul treno non avrò posto? Essendo domenica e orario di rientro, maltempo complice, lungo la strada, la Statale 16, a partire dal Lido Riccio di Ortona, ho incontrato una colonna di auto fino al foro di Francavilla ed in alcuni tratti messe così vicine da creare un vero e proprio assembramento, tutta gente, ma veramente tanta, che non aveva preso né il treno né la bicicletta. Come per certi versi invogliata a fare dal regolamento vigente che nasconde il vuoto organizzativo dietro il dito del capotreno.
Giancarlo Odoardi – Coordinatore interregionale FIAB Abruzzo Molise