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Progetto “salvafratino” in Abruzzo: il bilancio stagionale

Questa mattina a Pescara, nella sede della Lega Navale si è tenuta la tradizionale conferenza stampa per la chiusura dell’annuale stagione del Salvafratino Abruzzo, il progetto di volontariato promosso dall’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” e dal WWF Abruzzo per la tutela del Fratino sulla costa abruzzese.

 

Il Progetto, che vede il coinvolgimento di associazioni e comitati locali e di singoli volontari, consente da alcuni anni di monitorare le coppie e i nidi presenti durante la stagione di nidificazione della specie che, in Abruzzo, parte indicativamente dalla fine di marzo e termina alla fine di luglio.

Il 2020 è stato un anno particolare. Il blocco della circolazione dalla metà di marzo a causa delle disposizioni nazionali e regionali per fronteggiare l’emergenza CoViD-19 ha di fatto reso più difficile il monitoraggio per i volontari che, non potendo uscire, non hanno potuto individuare e seguire i nidi in particolare nella prima fase della stagione fino al mese di maggio. Fortunatamente si è potuto contare sulla collaborazione della Guardia Costiera che, in sicurezza e dietro comunicazione ai comuni competenti, ha accompagnato un numero ristretto di volontari in uscite sul campo anche durante la fase di chiusura.

Anche quest’anno, poi, nonostante le limitazioni, sono state messe in atto tante azioni di monitoraggio e sensibilizzazione non appena è stato possibile, organizzando eventi pubblici in diversi centri costieri.

I dati 2020, sistematizzati dall’ornitologo Stefano De Ritis, referente scientifico del Progetto, sono in linea con quelli degli anni precedenti e confermano anche per l’Abruzzo la situazione di difficoltà che si registra in tutta Italia dove negli ultimi 10 si parla di una riduzione di oltre il 50% delle coppie censite.

Nel 2020 in Abruzzo sono stati censiti 43 nidi (lo stesso numero del 2019), 29 all’interno di aree naturali protette e 14 al di fuori. Ben 16 nidi nella Riserva regionale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi, 13 a Pineto nell’Area Marina Protetta Torre di Cerrano, 9 ad Ortona in zona Foro, 3 a Giulianova e 2 ad Alba Adriatica. Si registra quindi una polarizzazione delle presenze a Roseto degli Abruzzi, Pineto e Ortona anche se è probabile che il divieto di svolgere monitoraggi, al di fuori di quelli autorizzati con la Guardia Costiera, per quasi metà della stagione riproduttiva non abbia consentito di individuare tutti i nidi presenti.

Il successo nelle nascite è stato del 51% (anche questo in linea con il 2019), con punte di circa il 75% a Roseto degli Abruzzi e Ortona. Purtroppo si sono registrate perdite molto elevate nell’Area Marina Protetta “Torre di Cerrano” per predazione naturale da parte di una volpe nonostante una serie di misure di tutela.

Le cause dei fallimenti dei nidi sono svariate: il 37% sono riconducibili a predazione da volpi, seguite da situazioni legate ad avverse condizioni atmosferiche come mareggiate (16%) o temporali (5%), poi predazioni di corvidi (10%) e disturbo antropico (10%) e persino calpestio da parte di cinghiali (5%). Nel 15% dei casi non è stato possibile accertare le cause del fallimento. Quest’anno si è comunque registrato un forte aumento della perdita di nidi per cause naturali, cosa che pone spunti di riflessione sull’opportunità o meno di pianificare interventi di tutela in queste specifiche situazioni. Sicuramente le operazioni di pulizia meccaniche delle spiagge avviate nella fase di transizione tra il blocco della circolazione e il riavvio delle attività hanno poi impedito la formazione di nidi o possono averne causato la distruzione prima della loro individuazione.

All’incontro di questa mattina era presente, per la Guardia Costiera, il Capo Sezione operativa, Tenente di Vascello Francesco Potenzieri, il quale, a nome del Direttore Marittimo di Pescara Capitano di Vascello Salvatore Minervino, ha sottolineato come “La Guardia Costiera, già da qualche anno, collabora con l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano e con il WWF Abruzzo, per il monitoraggio e la conservazione degli habitat marini e costieri legati alla riproduzione del piccolo limicolo. L’azione di controllo dei Comandi dislocati sull’intero territorio dell’Abruzzo e del Molise si è intensificata nel corso degli anni ed ha permesso una sempre più spinta collaborazione, grazie anche alle numerose segnalazioni dei volontari e dei cittadini, che hanno ormai recepito quanto sia importante salvaguardare questa preziosa specie. La sua presenza sul territorio, infatti, è indice di un buono stato di salute dell’intero ecosistema costiero e di una spiaggia correttamente tutelata e conservata. È fondamentale che la nostra attività di monitoraggio e di controllo continui in maniera incessante e sempre più convinta e che i cittadini siano consapevoli dell’importanza di tutelare e difendere le risorse costiere e l’intero ecosistema marino”.

Leone Cantarini, Presidente dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, ha dichiarato: “Come Area Protetta siamo da sempre convinti che questo progetto debba sempre più interessare tutta la costa adriatica, se non altro per la grande capacità di spostamento di questo fantastico trampoliere. Faremo in modo di supportare il Progetto nel modo giusto per far sì che gli sforzi di tutti vengano ripagati da un numero sempre crescente di fratini sulle nostre coste assecondando le direttive europee sulla conservazione di specie e habitat. Voglio ringraziare tutte le associazioni, i volontari, la Guardia Costiera, le strutture comunali e tutti coloro che hanno dato un contributo all’attuazione del Progetto Salvafratino anche in un anno così particolare”.

Il Progetto Salvafratino Abruzzo continua a crescere anno dopo anno. Quest’anno sono state avviate nuove collaborazioni con amministrazioni locali che potrebbero portare alla creazione di nuovi tratti di spiaggia tutelati per la conservazione della specie e dei suoi habitat. Al tempo stesso si è ricercata un’interlocuzione con le associazioni dei balneatori che possono svolgere un ruolo importante per la segnalazione e la protezione die nidi.

Il sistema di individuazione dei nidi, comunicazione alle autorità competenti secondo una procedura standard e, quando necessario, protezione del nido con cordoli o piccole gabbiette, è ormai rodato da anni di attività e consente di avere una serie di informazioni ed esperienze molto utili”, ha dichiarato Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia. “Particolarmente interessante è stata l’apposizione per la prima volta di foto/video-trappole nei nidi dell’Area Marina Protetta “Torre di Cerrano” grazie alla collaborazione della Cooperativa COGECSTRE e del WWF Abruzzo.

Si è potuto seguire l’andamento di alcuni nidi ed è stata registrata l’assoluta particolarità di un doppio nido con sei uova covate alternativamente da due femmine. Una documentazione fotografica e video di straordinario valore da cui si potranno ricavare numerose informazioni che vogliamo portare a conoscenza di appassionati e studiosi non appena sarà possibile farlo”.

Le attività del Progetto Salvafratino Abruzzo 2020 sono state possibili grazie all’attività delle seguenti associazioni e comitati, coordinati da Fabiola Carusi, referente del Progetto del WWF Abruzzo e responsabile regionale del Comitato Nazionale per la Conservazione del Fratino: Associazione Guide del Borsacchio; Associazione Guide del Cerrano; Associazione Il Foro di Ortona; Associazione Paliurus; Comitato Dune bene comune; Comitato Nazionale per la Conservazione del Fratino; Coop. Clematis; Coop. COGECSTRE; Gruppo Fratino Vasto; Istituto Abruzzese Aree Protette; Lega Navale di Pescara; Nucleo di vigilanza WWF Abruzzo; WWF Chieti-Pescara; WWF Teramo; WWF Zona Frentana e Costa Teatina.