In alcuni specifici casi, secondo quanto stabilito da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, è possibile richiedere la doppia esenzione per l’Imu.
Anche durante il 2025, i proprietari di immobili, aree fabbricabili e terreni, dovranno pagare l’Imu (Imposta Municipale Unica). La tassa, ricordiamo, non deve essere versata per le abitazioni principali, ad eccezione di quelle appartenenti alle categorie di lusso.
Proprio in merito all’esonero dal pagamento dell’Imu, si è espressa la Corte Costituzionale con una sentenza del 2022. I giudici hanno stabilito che è possibile per le coppie sposate o unite civilmente richiedere la doppia esenzione quando i due coniugi risiedono in abitazioni differenti. Questa sentenza è stata confermata anche dalla Corte di Cassazione attraverso l’ordinanza numero 4292/2025.
Nel 2022, la Corte Costituzionale si è espressa sulla doppia esenzione Imu per le coppie sposate o unite civilmente che risiedono in due case differenti. I giudici hanno dichiarato illegittima la norma che impediva di ottenere la doppia esenzione.
In particolare, è stato riformulato il concetto di abitazione principale che non tiene più conto della dimora abituale degli altri membri della famiglia. Due coniugi o uniti civilmente che, per motivi di lavoro o personali, vivono in due differenti abitazioni possono richiedere l’esenzione Imu per entrambi gli immobili, ma a patto che la residenza anagrafica e la dimora abituale di ognuno sia fissata presso le abitazioni per cui viene richiesto il beneficio.
La sentenza della Corte Costituzionale del 2022 è stata confermata anche dalla Corte di Cassazione con una recente ordinanza. Secondo gli Ermellini, due coniugi o uniti civilmente, per scelta consensuale o per giusta causa, hanno il diritto a fissare residenze disgiunte, a patto che questo non contrasti con le norme sulla “residenza familiare” o sulla “residenza comune”, rispettivamente per le coppie sposate e per le coppie unite civilmente. Per questo motivo, l’esenzione Imu deve essere valida per entrambi gli immobili in cui sono state fissate le residenze anagrafiche che non devono tenere conto della dimora degli altri membri del nucleo familiare.
Per dimostrare la dimora abituale in entrambi gli immobili e richiedere la doppia esenzione, i coniugi o gli uniti civilmente possono presentare documenti come le bollette delle utenze domestiche (gas, elettricità, acqua). Potrebbe anche essere presentato il documento che attesta la scelta del medico di base di entrambi i coniugi o uniti civilmente. È anche possibile richiedere il rimborso dell’Imu se è stata pagata per uno degli immobili, ma la richiesta può essere presentata entro la data del versamento.